E' accusato di atti persecutori, il cosiddetto stalking, nei confronti di un tifernate con il quale non sarebbe legato da alcun vincolo un ventinovenne di Umbertide, arrestato dal personale del commissariato di Città di Castello. Nei suoi confronti è stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Perugia Marina De Robertis.
Gli investigatori hanno sottolineato in un comunicato che è la prima operazione in cui il presunto stalker e la sua vittima sono uomini. L'indagine della squadra anticrimine del commissariato è stata coordinata dal sostituto procuratore di Perugia Claudio Cicchella. E' stata avviata nell'ottobre del 2008 in seguito ad una denuncia sporta da un tifernate il quale lamentava di essere oggetto da parte di un anonimo di telefonate minatorie e lettere con minacce di morte.
L'uomo ha inoltre riferito ai militari di avere trovato cartucce inesplose e bossoli nei pressi del posto di lavoro, bersagli stilizzati raggiunti da colpi d'arma da fuoco, ma anche di avere subito il lancio di oggetti esplodenti nei pressi dell'abitazione. Un'attività protratta nel tempo che ha provocato alla vittima - ha riferito la polizia - uno stato d'ansia e di paura, tanto da costringerlo a cambiare le proprie abitudini di vita e a trasferirsi in un'altra città.
Il personale del commissariato ha quindi accertato che il presunto stalker adottava contromisure per evitare di lasciare tracce e mascherare la propria identità. Gli accertamenti si sono comunque indirizzati verso persone che potevano avere familiarità con le armi. La polizia è quindi risalita all'arrestato e a un trentatreenne di Umbertide accusato di averlo aiutato e per questo denunciato a piede libero per il concorso nel reato di atti persecutori.
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