PERUGI – Il Consiglio provinciale di Perugia, in una delle sue ultime sedute, aveva sollevato riserve nei confronti della Legge regionale 15/2008 “Norme per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ittico regionale, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici, l’esercizio della pesca professionale e sportiva e dell’acquacoltura”. Una norma che a detta dell’assemblea consiliare di Piazza Italia “appare troppo direttamente ispirata ad una preoccupazione protezionistica in senso ambientale, da un lato, e troppo sensibile alle pressioni di determinate categorie di fruitori delle acque della Valnerina a discapito di altri interessi”.
Nella seduta consiliare suddetta è approdato in aula un documento licenziato dalla prima Commissione, elaborato dopo aver ascoltato nei mesi scorsi, in tre diverse audizioni, i rappresentanti di associazioni sportive, pescasportive e ambientaliste che hanno illustrato le loro esigenze e i loro diversi punti di vista sull’uso plurimo delle acque del fiume Nera. Un ecosistema dove, come fatto presente dal rappresentante della 1° Commissione, si intrecciano interessi molteplici legati ai vari utilizzi: sfruttamento idroelettrico, allevamenti di trote, sfruttamento ad uso idropotabile, navigazione, pesca e attività sportive.
Al contempo esso rappresenta un "unicum" che va assolutamente protetto, soprattutto da un certo turismo consumistico e poco sostenibile che, come fatto presente in Consiglio, se lasciato libero di produrre i suoi effetti, ridurrebbe rapidamente - e a breve termine annullerebbe - l'interesse turistico che a questa zona deriva proprio dalle sue caratteristiche da proteggere.
“Si deve insomma evitare il rischio – si legge nel documento fatto proprio dall’intero Consiglio provinciale - che un utilizzo incongruo e incontrollato delle risorse della Valnerina possa finire per annullarne l'attrattività turistica e, alla fine, le potenzialità di sviluppo economico. Tuttavia – è l’opinione dei consiglieri provinciali - anche una normativa eccessivamente rigida, tanto da risultare punitiva nei confronti di attività economiche promettenti e avviate con successo, come il rafting, minaccia di produrre effetti pesanti, con caduta di presenze e relativa riduzione dell'indotto che questo comporta nell'economia del comprensorio. Tanto più se si commisura l'impatto di questo sport, sicuramente da assoggettare a regole e limiti nella sua pratica, con la presenza di attività ben più inquinanti e impattanti”.
Dopo un attento esame dei contributi presentati delle diverse “parti in causa” la Commissione consiliare prima, ed il Consiglio provinciale poi, con il documento in questione, “intendono prospettare la possibilità di riconsiderare in tempi rapidi alcuni specifici contenuti della Legge regionale 15, muovendo dall'esigenza di contemperare in maniera armonica tutte le componenti del complesso scenario che si è disegnato, affinché la Valnerina e il suo ambiente risultino ancor più protetti e valorizzati in tutte le potenzialità che possono offrire”. Il documento ha ricevuto il consenso di tutti i gruppi consiliari, anche se dai banchi dell’opposizione sono giunti dei distinguo in quanto, a loro avviso, tenuto conto che nel frattempo la Regione ha provveduto ad emanare il relativo Regolamento, il provvedimento del Consiglio provinciale perderebbe di efficacia. “In qualità di consiglieri provinciali – si è fatto notare dal gruppo di An/Pdl - ci sentiamo espropriati della nostra funzione”.
A latere della discussione sull’argomento è stato approvato, sempre all’unanimità, un ordine del giorno presentato dal gruppo del Partito Socialista con il quale si invita la Regione Umbria a “valutare l’opportunità di sospendere temporaneamente l’applicazione degli articoli della L.R. 15/2008 che bloccano l’attività di navigazione dei fiumi Sordo e Corno, in attesa di una regolamentazione più generale sull’uso plurimo di questi corsi d’acqua”.
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