SPOLETO - "Tornerò presto nel carcere di Spoleto dove sono stato tante volte a contatto con i detenuti": a dirlo, all'ANSA, è l'arcivescovo Renato Boccardo, ripercorrendo quanto accaduto il 12 gennaio scorso, quando un nordafricano ha tentato di introdursi, con un coltello rudimentale (una lametta sistemata sul manico di un rasoio), nella cappella del carcere dove il presule si accingeva a celebrare la messa in onore del patrono San Ponziano. Venendo però scoperto e bloccato dalla polizia penitenziaria.

"Ciò che è accaduto - sostiene mons. Boccardo - fa pensare a quanto sia urgente il dialogo, la conoscenza reciproca e anche la prevenzione verso movimenti radicali che preferiscono a volte la violenza e la sopraffazione alla collaborazione e alla ricerca del bene comune".

"Ringrazio la polizia penitenziaria della casa di reclusione di Spoleto - ha affermato il presule - per l'efficienza dimostrata e per avere garantito il normale prosieguo della celebrazione eucaristica senza farci accorgere di nulla. La presenza della reliquia di San Ponziano - ha concluso monsignor Boccardo - è stato un bel momento di preghiera, molto apprezzato dai detenuti presenti".

Porto abusivo di oggetti atti a offendere è il reato ipotizzato nei confronti del detenuto fermato. L'indagine è coordinata dalla procura spoletina che mantiene il massimo riserbo al riguardo.
Al vaglio degli inquirenti il perché lo straniero - in carcere per reati comuni e finora non monitorato per rischio radicalizzazione - avesse il manico di rasoio sul quale era stata posta una lametta e se o contro di chi la volesse utilizzare.

Lo straniero aveva cercato di sfuggire alla perquisizione ma è stato subito bloccato dagli agenti che gli hanno sequestrato il coltello rudimentale.

 

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