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Tra “Umbria Jazz” e il “Festival di Spoleto”, si potrebbe dire con il titolo di un famoso film, qualcosa è cambiato. Complice New York e la settimana di promozione turistica dell’Umbria, i due grandi eventi che da sempre hanno percorso strade parallele senza incontrarsi mai né curarsi granché l’uno dell’altro, hanno posto per la prima volta le premesse di una collaborazione, a tutto vantaggio degli appassionati dell’una e dell’altra manifestazione, oltre che di una immagine unitaria dell’offerta culturale della regione. I due direttori artistici, Carlo Pagnotta di “UJ” e Giorgio Ferrara del festival spoletino, si sono incontrati ieri all’Istituto Italiano di Cultura (dove era in programma, dopo quelli di Danilo Rea e di Enrico Pieranunzi, il terzo concerto di “Umbria Jazz”, con l’inedito duo del pianista Renato Sellani e la cantante Roberta Gambarini) hanno parlato a lungo di possibili convergenze ed intese comuni. E a testimoniare la novità del clima, è uscita la prima piccola proposta concreta, ma dall’alto valore simbolico: un concerto di Renato Sellani, magari al Caio Melisso, l’8 o il 9 di luglio, come un’anteprima e un “assaggio” di Umbria Jazz nei giorni conclusivi del “Festival di Spoleto: con l’“ever green” maestro Sellani, dunque, una icona del jazz italiano e non solo, incaricato di passare il testimone da una manifestazione all’altra (sarà lo stesso Sellani con Massimo Moriconi ad aprire ufficialmente “UJ” a Perugia il 10 luglio). Ieri sera Sellani ha dato vita ad un inedito duo (coadiuvato da Neil Swainson al basso) con Roberta Gambarini. Da molti anni negli Stati Uniti, considerata fra le migliori cantanti jazz al mondo, l’artista ha eseguito con l’anziano maestro un improvvisato repertorio di canzoni italiane (“Non abbiamo avuto abbastanza tempo per provarle”, si è schermito Sellani, ma il pubblico entusiasta non se ne è accorto). “Il programma – ha detto una frizzante Gambarini, che ha ricordato i trascorsi di amicizia e ammirazione per Sellani – è un tributo alla bellezza della melodia e della lirica e alla gioia di raccontare storie. Abbiamo scelto, provandole appena in questi giorni, alcune delle canzoni più amate della nostra ricca tradizione musicale, quella che ci ha reso famosi in tutto il mondo, ed è bello che l’Umbria ci abbia dato la possibilità di dividere queste emozioni con il pubblico americano”. Condividi