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Antonio Cascianelli Segretario Generale UST Cisl di Perugia PERUGIA - Il recente decreto sicurezza varato dal Governo pone agli occhi dei più attenti perplessità di non poco conto. Una offensiva senza precedenti sostenuta dalla maggioranza con lo scopo di sostenere la campagna mediatica ed elettorale. Una campagna politico elettorale tesa a parlare alla pancia della gente, alle paure vere o presunte, pompate ad arte quando purtroppo accadono fatti criminosi. Non si vuol tener in alcun conto i temi ed i problemi del presente: la globalizzazione delle economie, la libera circolazione delle persone nella UE, la presenza di lavoratori migranti nel nostro Paese, l’incontro faticoso di culture, i valori della società multiculturale. Per alcuni partiti politici il fenomeno migratorio è solo una questione di numeri e braccia, con molti doveri e spesso senza diritti, perché continuamente vessati dalle norme legislative. Certamente lo Stato deve svolgere la sua funzione di presidio sul piano istituzionale e diritto di repressione quando si manifestano situazione di crimine e senza meno la clandestinità non è uno stato di legittimità. Ma non è assolutamente indubbio che lo stato di clandestinità non può essere equiparato a stato criminale fino ad inserirlo nella lotta alla criminalità. Così come la equiparazione tra clandestino e criminale sostenuta dalla proposta della norma legislativa é sproporzionata rispetto agli obiettivi di legge e lesivi di ogni stato di diritto personale e della dignità umana delle persone. Da qui la decisione di stigmatizzare la proposta di “Decreto Sicurezza”, perché impostata sulla repressione delle persone, dei loro bisogni, domande e perché queste si trovino in condizioni di migranti clandestini. Quindi il decreto sicurezza “ è lesivo della dignità e del diritto della persona umana: di ogni uomo, donna, bambino nato in un Paese povero da cui è voluto fuggire”. Al nostro Paese servono altre norme e mentalità per entrare nel consesso dei paesi civili, aperti alle trasformazioni in corso e capaci di rispondere alla più grande sfida mondiale in atto, quella delle migrazioni. Condividi