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PERUGIA - “Il Comune di Perugia è stato da sempre vicino e attento alle problematiche che quotidianamente affrontano le persone con disabilità e i loro familiari. In futuro l’impegno dell’amministrazione comunale sarà quello di adattare con le Asl ai servizi socio-riabilitativi alle nuove esigenze degli ospiti della “casa del nibbio” che stanno sperimentando un progetto di vita autonomo”. La rassicurazione arriva dal candidato sindaco al Comune di Perugia, Wladimiro Boccali, durante un incontro sul tema della disabilità organizzato oggi a Perugia dalla comunità di Capodarco che da pochi anni ha fondato anche "La casa del nibbio", la prima residenza nata a Perugia per persone con disabilità grave che potranno sperimentare una loro vita indipendente. I lavori per la realizzazione della casa voluta dalla Comunità di Capodarco di Perugia e dall'associazione "L'Ottavo giorno", sono stati realizzati grazie a un finanziamento della Regione Umbria e del Comune di Perugia. Inoltre, hanno collaborato anche privati e aziende che, con il loro contributo, hanno permesso di far avanzare i lavori con rapidità. La struttura accoglie persone che, per vari motivi, non possono più vivere con le loro famiglie di origine, ma anche soggetti che si trovano di fronte a situazioni di emergenza o che per varie necessità devono percorrere strade riabilitative. Per loro la Comunità di Capodarco elaborerà di volta in volta, un progetto finalizzato a promuoverne l'autonomia. La Casa del Nibbio, realizzata a Prepo in una struttura concessa alla Comunità di Capodarco per 39 anni dall'Opera Pia Marzolini, rientra nel progetto "Dopo di noi", finanziato attraverso un bando regionale per la realizzazione di interventi a favore di soggetti con handicap grave privi dell'assistenza dei familiari. L’obiettivo della Comunità, dopo tanti anni, è sempre lo stesso: garantire il raggiungimento di condizioni di parità e di reciprocità per chi, a questo obiettivo, non può arrivarci da solo. Al centro del nostro lavoro l'unico riferimento rimane la sacralità della persona con la sua storia e la coscienza della sua patologia. “Per questo motivo – ha detto Francesca Bondì presidente della Comunità Capodarco di Perugia, presente all’incontro - mettiamo a disposizione della struttura tutte le professionalità di cui disponiamo, che lavorano a stretto contatto con i familiari e i servizi socio-sanitari del territorio”. Ma c’è un ma: “Le persone che seguiamo, – ha precisato la presidente, – non possono trascorrere tutto il loro tempo tra le mura della residenza. Ecco perché abbiamo bisogno di percorsi di riabilitazione e progetti per favorire la riabilitazione. L’impegno verso i nostri ragazzi non finisce nel momento in cui entrano nella casa perché la loro autonomia si costruisce giorno per giorno, attraverso attività e lavori. Questo è quello di cui abbiamo bisogno e chiediamo alle istituzioni e agli enti”. Condividi