Treofan Terni/ I sindacati fanno il punto sulla situazione
TERNI - Treofan, è una società che produce film di polipropilene, costituita nel 2004 dall’unificazione di Trespaphan e Moplefan, che storicamente ha ricercato, studiato, sperimentato, messo in produzione e commercializzato tali prodotti plastici destinati all’imballo. Dalla sua costituzione ad oggi ci sono stati vari passaggi societari, dalla proprietà iniziale della Dor chemicals (gruppo israeliano), si è passati in vari step successivi dal controllo societario della Goldman&Sachs a quello della Management&Capitali, inizialmente in quota minoritaria e successivamente nel novembre 2016 in quota maggioritaria.
Al momento della completa acquisizione di M&C la Treofan aveva tale struttura; 1 stabilimento a Battipaglia (SA) circa 70 unità, 1 stabilimento a Terni circa 150 unità, 1 stabilimento in Germania circa 630 unità, 1 stabilimento in Messico circa 300 unità.
M&C avvenuta l’acquisizione completa ha mantenuto il programma, già in essere, di messa in vendita della società, e pertanto nel novembre 2017 ha provveduto alla vendita dello stabilimento del Messico per la cifra di 250 milioni di dollari. A seguito di questa cessione, da M&C venne dichiarato che il ricavato della vendita sarebbe stato utilizzato anche per una politica di investimenti, con una differenziazione di progetti nel settore di specialties negli stabilimenti italiani (metallizzatore a Terni e laccatura a Battipaglia); c’è da precisare che l’ultimo investimento nel gruppo era stato effettuato nel sito tedesco con un impianto di estrusione di ultima generazione con ottime performance e notevoli livelli produttivi, raggiunti dopo l’intervento dei tecnici italiani che hanno permesso la messa in marcia dell’impianto che non è ancora a pieno regime.
Ogni unità produttiva del gruppo si caratterizza per una propria produzione specifica, in particolare Terni ha inoltre l’unica linea del gruppo Treofan che produce film laccato (ad alto valore aggiunto) utilizzato nell’industria per l’imballo alimentare, tabacchi e profumeria. In questo progetto di vendita sembrava che la società russa Sybur fosse la più interessata all’acquisizione, tanto è vero che si attendeva l’annuncio ufficiale, invece il 6 agosto, con la sorpresa di tutti, veniva annunciato un accordo vincolante di acquisto con la società indiana Jindal, da perfezionare come da programma annunciato, entro il primo trimestre del 2019; contrariamente a questa ipotesi, i tempi sono stati accellerati al massimo e in data 25 ottobre veniva effettuato il closing dell’operazione. Il prezzo finale è stato definito in 500mila euro (considerando che il nuovo impianto di estrusione installato in Germania è costato 30 milioni di euro).
I primi segnali di preoccupazione sono stati generati dal fatto che per scelte strategiche, su precisa decisione della proprietà, in un periodo di normale contrazione degli ordini, sono state privilegiate l’unità produttiva tedesca di Treofan e quella della Jindal di Brindisi. In conseguenza di tale strategia a Terni è stata fermata una linea di estrusione per mancanza di ordini a cavallo tra fine novembre e inizio dicembre. Successivamente nel programma di fermata di Natale e fine anno definito per gli impianti produttivi Treofan, veniva per tutti gli impianti indicata la data di ripartenza tranne che per il sito di Battipaglia.
Storicamente nel periodo delle festività di fine anno si verifica una contrazione di ordini, che comunque non ha mai portato in Treofan fermate di questa portata, pertanto si suppone che oggi ci sia, si un problema di mercato, ma più che altro un problema strategico di collocazione degli ordini stessi. Preoccupazioni ulteriormente aggravate dai seguenti eventi:
- dallo spostamento di alcuni prodotti speciali di Treofan Terni allo stabilimento Jindal di Brindisi, decisione ancor più grave se si considera che le due realtà fanno parte di distinte società,
- dall’incontro con il management Treofan Italy del 6 dicembre scorso in cui si è evidenziata l’impossibilità da parte loro di fornire risposte,
- le dimissioni del collegio dei sindaci e di conseguenza del consiglio di amministrazione di Treofan Italy,
- l’annullamento dell’incontro con Jindal previsto al MISE il 21 dicembre motivato dalla mancanza della struttura di Treofan Italy
- l’indisponibilità della Jindal fino al 29 gennaio pv
Da sottolineare che lo stabilimento di Terni è in grado di produrre un’ampia gamma di prodotti che coprono la quasi totalità del portafoglio Treofan supplendo spesso carenze produttive all’interno del gruppo. Con modesti interventi sia tecnici che organizzativi, gli impianti di Terni potrebbero avere un beneficio nelle performance, tali da rendere ancora più competitiva la collocazione dei prodotti sul mercato e la concorrenza con eventuali competitor esterni.
Considerando inoltre la competenza, l’esperienza e la flessibilità del personale in aggiunta alla disponibilità in loco di una centrale elettrica, di un impianto di depurazione acque di proprietà Treofan e lo spazio disponibile, il sito di Terni sarebbe molto ricettivo per eventuali progetti futuri, anche in considerazione del fatto che la provincia ternana è una delle 4 aree di crisi complessa individuate dal MISE.
C’è inoltre da sottolineare che lo stabilimento di Terni, negli ultimi dieci anni è stato interessato da tre ristrutturazioni con forte riduzione di personale, fermata di impianti che hanno reso snello e profittevole lo stabilimento, come si evidenzia dal raggiungimento dei parametri del premio di risultato, e dai bilanci consolidati della Treofan Italy che sono stati chiusi in attivo negli ultimi 4 anni.
Siamo perfettamente consci del fatto che la professionalità delle maestranze ed i risultati positivi apportati in termini economici dal sito umbro, dovrebbero, convincere la nuova proprietà a mettere in piedi un serio piano industriale. C’è quindi la necessita quanto prima di conoscere i piani di Jindal e questo lo si potrà fare al tavolo convocato presso il MiSe. Chiediamo contestualmente alle Istituzioni locali, nazionali ed alla politica tutta, uno sforzo affinché questa vertenza venga risolta in modo positivo.
Inutile sottolineare che la nostra regione non potrà sopportare, nella peggiore delle ipotesi, l’abbandono dell’ennesima multinazionale. Non é più ammissibile che quando una multinazionale che ha più sedi in Italia decide di abbandonare il nostro Paese parta sempre dal dismettere siti in Umbria! ( Yara e Basell docet).

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