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Il Piano dei Rifiuti discusso e approvato in Regione è un buon Piano, strutturato secondo criteri innovativi e coraggiosi, per non dire rivoluzionari : una raccolta differenziata al 65 % entro il 2012, anziché, come previsto dalla Direttiva europea, del 50 % entro il 2020, dà chiaramente il segno di una volontà di orientare le scelte nel senso del massimo riutilizzo dei rifiuti prodotti. Non solo : il Piano contiene pure l’indicazione di strategie di riduzione a monte dei rifiuti, strategie che rendono in gran parte priva di senso, se coerentemente attuate, la stessa parola “ smaltimento”; strategie che verranno ulteriormente definite da un conseguente “ Programma di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti “. Si tratta di una scelta condivisa, nei suoi tratti essenziali, ma si tratta anche di una scelta che nasce in primo luogo dall’elaborazione del nostro Partito, dal lavoro svolto dal Partito non solo in seno all’istituzione regionale, ma anche nelle diverse articolazioni del suo apparato, dalle segreterie provinciali e regionali ai Dipartimenti. Possiamo a buon diritto vantare il nostro ruolo di primo piano nell’elaborazione di un Piano equilibrato, serio, ecologista, innovativo, che non è il libro dei sogni ma che neppure si appiattisce pigramente sulla difesa dell’esistente o sulla semplice applicazione di Direttive extra – nazionali. Alla redazione del Piano abbiamo dato tutto il nostro contributo, ricco ed originale, conquistandoci spazi e mostrandoci come forza responsabile e propositiva, dicendo dei no chiari e secchi ma senza chiuderci nell’inazione e nel massimalismo vuoto e sterile che lascia il mondo esattamente come lo trova. Abbiamo fatto marciare per la prima volta, con autorevolezza, l’analisi politica e la riflessione sulle grandi scelte parallelamente all’analisi scientifica rigorosa dei processi di riduzione, recupero e smaltimento, discutendo di inceneritori non sulla base di suggestioni populistiche e prescientifiche, ma sulla base di considerazioni rispetto alle quali la partita è tutt’ora aperta, anche e soprattutto dopo l’approvazione del Piano : l’inceneritore è figlio di una tecnologia arretrata, è il vecchio che più vecchio non si può. Rappresenta una tecnologia costosa che inquina e distrugge molto più di quanto crei, anche con le tanto decantate “ BAT “ ( Best Available Technology”, le migliori tecnologie disponibili di cui si parla tanto ). Trattare e smaltire la quota indifferenziata di rifiuti, non significa per forza e non può significare dover percorrere la strada dell’inceneritore, al quale siamo e restiamo contrari in ogni caso. Anche qui la ricerca e l’elaborazione del Partito ha preso in considerazione altre strade, puntualmente illustrate nel corso di iniziative pubbliche : l’estrusore, l’impianto Thor, la torcia al plasma, metodi “ censurati “ dalle grandi lobby che vedono nella termovalorizzazione mediante inceneritore un business. Con chiarezza va detto che il Partito sta prendendo in seria considerazione anche esperienze come quella di Vedelago, città veneta nella quale esiste un impianto grazie al quale si possono quasi interamente riciclare i rifiuti prodotti. Con chiarezza ancora maggiore, si deve dire da subito che nessun territorio regionale può diventare la pattumiera dove qualcuno pensa di poter incenerire in impianti appositi, tanto meno in impianti industriali, i rifiuti prodotti : questo vale per Gubbio ( dove l’impatto ambientale delle cementerie è già molto forte, tale da sconsigliare qualsiasi altra “ iniziativa “ ), per Spoleto, per Perugia e via elencando. La partita, dunque, è ancora aperta sul trattamento dell’indifferenziato : nessuno venga a dirci che smaltire significa costruire inceneritori, primo perché abbiamo già dimostrato che non è vero, secondo perché siamo pronti a dimostrare, anche con manifestazioni eclatanti, che questa strada i cittadini non intendono percorrerla, in nessun lembo della nostra amata Regione. Condividi