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Le malattie reumatiche saranno al centro del convegno che si terrà sabato 9 maggio a Perugia (Salone d’Onore di Palazzo Donini, a partire dalle ore 9) organizzato dalla Direzione regionale Sanità e Servizi Sociali della Regione Umbria, in collaborazione con l’Università di Perugia e l’Associazione Malati Reumatici Umbria. Verranno esaminate le problematiche legate all’assistenza per tali patologie, a partire dai risultati di un’indagine svolta su tutto il territorio regionale sulla fruibilità dei servizi specialistici reumatologici e che ha coinvolto un numeroso campione di medici di Medicina generale. Le malattie reumatiche, rilevano dalla Direzione regionale, sono ai primi posti in termini di prevalenza sulla popolazione generale; si tratta spesso di forme croniche e che possono determinare invalidità. Nonostante questo sia ben noto da anni, è diffuso il concetto che il reumatismo sia patologia essenzialmente dell’anziano e di marginale impatto sociale. Numerose sono, effettivamente, le affezioni che possono guarire senza reliquati e la letalità legata alla patologia non è così elevata, rendendo quindi basso l’impatto emotivo nell’opinione pubblica. Tuttavia, i reumatismi infiammatori cronici, come l’artrite reumatoide e le spondiloartriti, o le malattie autoimmunitarie sistemiche, colpiscono una fascia di popolazione molto ampia, inclusi soggetti giovani, e, se non curati in maniera ottimale, possono condurre a gravi deformità articolari e conseguente disabilità nel giro di pochi anni. Possono anche infiammare organi extra-articolari e causare quindi gravi complicazioni in vari organi ed apparati. Negli ultimi anni, si sottolinea, c’è la consapevolezza che vi sono ormai armi terapeutiche molto efficaci, derivate dalla moderna biotecnologia, in grado di controllare in modo pressoché completo la malattia cronica e prevenire quindi il danno che potrebbe potenzialmente arrecare all’organismo. Condividi