CORCIANO - La XVII edizione della Primavera dell’Artigianato si è appena conclusa, lasciando nei partecipanti, nei visitatori e negli organizzatori una piacevole sensazione di successo e di ottimismo che neppure la pioggia, caduta copiosa in questi giorni, è riuscita minimamente a mitigare.
Corciano rappresenta per l’artigianato di qualità una vetrina interessante dove, è stato da più parti sottolineato “il paese promuove l’artista e l’artista promuove il paese”. Nel corso degli anni, infatti, la bellezza del borgo unita all’eccellenza dell’artigianato in esposizione e all’ottima organizzazione della rassegna, ha selezionato visitatori competenti e interessati, determinando così il successo di una vetrina che punta soprattutto a un ritorno per gli espositori in termini di contatti e di ampliamento della clientela selezionata.
Sono dunque soddisfatti i trentacinque espositori “vecchi” “nuovi” (erano trentaquattro, ma poi la ditta locale Vax Vetri d’Arte si è aggiunta in corso d’opera), che hanno apprezzato anche il contributo particolarmente basso richiesto dal Comune per la partecipazione: una dimostrazione concreta di sostegno alle imprese artigiane in questo periodo di crisi economica.
La
Primavera dell’Artigianato è stata anche, tra l’altro, Corsi di scuola dell’artigianato e laboratori di artigianato dal vivo, con dimostrazioni, tra l’altro, di granulazione tipica dell’oreficeria etrusca e di cottura villanoviana.
Particolarmente apprezzata la sezione dedicata dell’arte orafa, allestita nell’
Antiquarium che, inaugurato lo scorso mese di gennaio, si è confermato un museo di nuova concezione, teso a valorizzare tradizione e innovazione, ben collegato al territorio e ai produttori.
Ottimo successo anche per la mostra
“Fili d'amore. Fuseruole di Deruta e ricami dell’Umbria nelle schede telefoniche Telecom Italia”, allestita nella chiesa - museo di San Francesco con il patrocinio di Regione Umbria, Centro Pari Opportunità, Provincia di Perugia, Camera di Commercio, in collaborazione con Telecom Italia, Call Action, Archi’s e Ars Umbra. Sono stati oltre 2000 i visitatori della mostra, di cui 500 sono stati registrati il 1°Maggio.
La mostra evento è stata ideata e curata da Anna Lisa Piccioni, presidente dell’associazione culturale Ars Umbra, studiosa appassionata di artigianato artistico e responsabile tra l’altro del progetto de “La strada del tessile” per la Regione Umbria.
In esposizione la serie di schede telefoniche denominate proprio “Fili d’amore”: sei dedicate ai ricami umbri e sei alle fuseruole in maiolica di Deruta, insieme ai manufatti in esse riprodotte, con una documentazione storico-fotografica, insieme a materiali e strumenti di lavoro, provenienti dal Museo della Casa Contadina di Corciano. Responsabile dell’allestimento Silvano D’Orsi, l’artista che ha curato le tele realizzate con tessuti e ceramiche. Le schede dei ricami e merletti prendono il nome di alcune tra le più conosciute tecniche umbre: Punto Assisi, Ricamo Deruta policromo, Ars Wetana, Ars Panicalensis, Punto Umbro, Merletto d’Irlanda.
Una sezione della mostra è stata dedicata a 2000 anni di fuseruole in Umbria, le piccole sfere che servivano per bilanciare il fuso nel lavoro di filatura sin dall’antichità, cambiano radicalmente nel corso dei secoli l’uso e la funzione. Reperti archeologici etruschi (concessi in prestito per l’occasione dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria), manufatti in ceramica del XVI secolo, in legno di fine Ottocento, in maiolica dei primi del Novecento applicate alle nappe di tende e cuscini fino ad arrivare alla fuseruola-gioiello del XXI secolo. Tappa centrale di questo percorso è proprio la fuseruola in maiolica di Deruta del XVI secolo, quando diventa una "coppa amatoria": donata come pegno alla promessa sposa, accompagnata da fuso e rocca, sulla fascia centrale reca il nome della donna accompagnato dall'aggettivo "Bella" o un dolce pensiero d'amore. E le schede dedicate a questa sezione prendono il nome da questi antichi messaggi: “Ex animo”, “Ignis Ardens”, “Labor, spes, voluntas”, “Toto corde”, “Pax tecum”, “Purus amor beatitudo”.
Una curiosità: nonostante l’avvento del cellulare, i collezionisti di schede telefoniche in Italia sono 200.000 e le schede telefoniche che portano il nome dell’Umbria sono ricercatissime.
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