In questa giornata di commemorazione (4 novembre) così importante per la storia del nostro Paese, non si può non riflettere sulla situazione attuale, in cui divisioni, vecchi e nuovi fascismi, atteggiamenti xenofobi e razzisti, violenza verbale e fisica hanno spesso la meglio su un confronto civile e democratico. Il populismo e venti di destra soffiano in Italia e nel mondo intaccando valori, diritti e conquiste che i nostri antenati hanno ottenuto e difeso con la loro stessa vita. Il capitalismo ha creato negli anni nuove sacche di povertà e disuguaglianze, lo sfruttamento dei territori ha prodotto una nuova emigrazione e danni ambientali pericolosi per la sopravvivenza stessa del nostro mondo. E in tutto questo, le classi dirigenti a tutti i livelli, invece di costruire "ponti", suddividere la ricchezza, aiutare il pianeta, hanno continuato a garantire al capitale, alle banche e alle multinazionali, il sostegno per continuare a creare diseguaglianze e disoccupazione, insieme al progressivo smantellamento del welfare state a favore del profitto privato, dando vita anche attraverso la manipolazione dei mezzi di comunicazione di massa e i social ad una guerra tra poveri che non fa altro che dare vigore ad una politica di odio e sospetto, minando le basi e le istituzioni democratiche. Il fallimento dei grandi partiti di massa, la crisi dei corpi intermedi e di rappresentanza, hanno prodotto uno sfasamento della società e del senso di comunità che ha caratterizzato per anni la nostra storia. I governi di sinistra non hanno saputo ascoltare la voce del popolo, favorendo privatizzazioni e liberalizzazioni che hanno prodotto più disoccupazione e precarietà, diventando servi del capitalismo e abbandonando la funzione primaria della sinistra, ovvero lottare per i più deboli, rappresentare i diritti dei lavoratori e degli emarginati, creare condizioni economiche e sociali più eque. Nonostante l'evidente fallimento della sinistra e il disarmante calo di consenso, l'avanzamento di forze di destra estrema e conservatrice, il preoccupante senso di insicurezza nella popolazione, i partiti che possono essere inseriti nell'ambito delle forze progressiste e liberali continuano a perpetrare divisioni e scissioni che non aiutano di certo la sinistra, ma che favoriscono ancora leader carismatici e populisti. Quale riflessione quindi sarebbe utile se non quella di riunire le forze democratiche e popolari in unico grande partito della Sinistra e del lavoro, superando conflitti obsoleti, inutili e dannosi, i personalismi, le vecchie e stantie categorie? È necessaria e urgente una nuova stagione del dialogo, trovare una sintesi tra posizioni diverse, accantonare il passato e lavorare su un nuovo programma con alcuni punti chiave. Solo così potremo vincere le forze populiste e di destra e ritrovare l'unità che gli elettori ci chiedono. Tanti cittadini senza casa politica delusi dalla sinistra non aspettano che potersi affidare e poter combattere per un nuovo ideale, un nuovo obiettivo, una nuova primavera. Basta con la sinistra litigiosa, autoreferenziale, elitaria, parliamoci e torniamo insieme al popolo, per il popolo e per garantire la democrazia, i diritti e un mondo più giusto di quello che finora abbiamo costruito.                                                                           
di Valeria Masiello

 

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