PERUGIA - Saranno trasferiti da Vicenza a Perugia, Carli e Giani Jovanovic (detti Charlie e Gianni), i fratelli rom, rispettivamente di 24 e 31 anni, arrestati nel vicentino come autori del fatto di sangue che ha portato, sabato sera a Perugia, alla morte di un 14enne Nico Nicolic e dello zio 34enne Nibosha Nicolic, sempre di etnia rom. Il pm di Perugia Giuseppe Petrazzini, che ha coordinato le indagini compiute dagli uomini della squadra mobile, ha ipotizzato a carico di Carli il reato di strage ed a carico di Giani quello di tentato omicidio. "Dalla ricostruzione dei fatti operata dalla magistratura - ha evidenziato in conferenza stampa il capo della squadra mobile del capoluogo Giorgio Di Munno - e' emersa una chiara volonta' omicida, unita ad una follia che avrebbe potuto portare ad un numero di vittime anche maggiori". Non e' ancora chiaro il movente del delitto, "presumibilmente - ha detto il vice capo della mobile Marco Chiacchiera - riconducibile a futili motivi, non si possono escludere pero' 'ruggini' pregresse tra famiglie rivali, ma non e' facile farle scaturire sebbene, ed e' la prima volta che mi capita, i rom abbiamo mostrato la massima collaborazione per l'identificazione dei presunti responsabili del gesto". La vicenda ha avuto per teatro la zona di Balanzano, nell'hinterland perugino, dove i rom, e' stato detto una trentina/quaranta persone, si erano accampati con i camper per celebrare una festa; sembra che nel pomeriggio non si fosse evidenziato alcun dissapore, anzi in comune era avvenuto l'acquisto della carne da cuocere poi. "Verso le 20,45 - ha spiegato Chiacchiera - alla centrale operativa e' arrivata una prima telefonata di residenti italiani che si lamentavano per il rumore provocato dalla festa e da li' a poco, intorno alle 21, un'altra telefonata ha avvertito di una rissa scoppiata tra i rom". All'arrivo della polizia il campo era vuoto, in quanto la maggior parte degli occupanti si era trasferita all'ospedale dove erano stati trasportati il 14enne, morto sul colpo, lo zio, padre di 7 figli, che non sarebbe sopravvissuto all'intervento chirurgico cui era stato sottoposto e sua moglie, incinta all'ottavo mese di gravidanza, nonche' madre del ragazzino morto, ferita a braccia e gambe. Dal racconto dei testimoni e' emerso che i due responsabili dell'accaduto erano fuggiti precipitosamente su due diversi camper, anzi, Giani aveva dapprima accoltellato il 34enne Nibosha che successivamente era stato travolto, insieme al nipote ed alla moglie, dal mezzo di Carli. "Sono cosi' inziate le ricerche - ha spiegato ancora Chiacchiera - effettuate con il massimo impegno, la massima energia e la massima coordinazione a livello interregionale, che hanno condotto in Veneto". Intorno alle 9,30 di domenica mattina Giani Jovanovic e' stato fermato da una pattuglia della stradale, lungo l'autostrada a Montecchio Maggiore, a bordo del camper; nonostante il nome strano fornito, veniva identificato come fratello di Carli e si appurava che con lui avrebbe dovuto incontrarsi. Carli, intanto, abbandonato il camper in localita' Arzignano, sempre nel vicentino, braccato via terra ed anche con l'ausilio di un elicottero veniva arrestato intorno alle 12, all'interno di un bosco dove si era nascosto. I due sono stati condotti in questura a Vicenza e da li' in carcere. Condividi