PERCHÉ HA VINTO BOLSONARO?
di Guido Liguori.
Ogni evento storico-sociale è codeterminata da molti fattori. Per quello che posso capire, i motivi principali della vittoria di Bolsonaro sono i seguenti (non necessariamente nell'ordine in cui li elenco): a) la volontà delle classi medio-alte brasiliane (che soprattutto in alcune zone sono numerose) di tornare allo stadio pre-Lula, a una società fortemente dicotomica nella distribuzione della ricchezza, che garantiva loro una vasta area di povertà utile per ottenere prestazioni servili a basso costo; b) il "disincanto" verso la politica, dopo anni di deludente governo della sinistra in cui solo in piccola parte erano state mantenute le promesse elettorali e in cui sono stati abbondanti sia gli episodi di corruzione sia quelli di malgoverno; c) il ritardo con cui Bolsonaro è stato preso sul serio; d) il ritardo con cui Lula ha capito che non poteva correre per la presidenza, dunque il ritardo con cui si è messa in campo un'altra candidatura; e) la paura diffusa (reale o presunta) del ritorno a livelli di piccola e media criminalità diffusa (tradizionale, ma nutrita dal bisogno, nei periodi di crisi economica) che noi europei non possiamo nemmeno immaginare; f) il ciclo conservatore-reazionario internazionale, rafforzato dalla elezione di Trump, che ha lanciato un segnale politico e simbolico indubbio; g) la rivincita del machismo, fortemente presente nella cultura diffusa del paese. Non so se a ciò sia veramente da aggiungere l'appoggio a Bolsonaro delle Chiese evangeliche, in forte crescita, ma pur sempre minoritarie. Forse non è stato il fattore decisivo, ma tutto fa brodo.. Va inoltre detto che Bolsonaro non ha vinto con le tipiche armi del "populismo", chiamando alla mobilitazione il "basso" contro "l'alto", anzi...

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