PERUGIA - “Da anni le statistiche ufficiali di Istat e Banca d’Italia testimoniano una profondissima crisi economica, occupazionale e sociale in Umbria. Nel 2017, per il secondo anno consecutivo, abbiamo avuto il peggiore andamento del PIL d’Italia, con un calo cumulato tra il 2008 e il 2014 pari a -17,1 percento, il secondo peggiore in Italia. Sul fronte lavoro, siamo tra le peggiori regioni d’Italia in termini di occupazione e precariato. Tale quadro economico si riflette sulla vita personale e sociale degli umbri e forse non è un caso che siamo la seconda regione d’Italia per uso di antidepressivi”. Lo evidenziano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati.

Per i consiglieri pentastellati “l’ultima triste conferma arriva in questi giorni dall’Unione europea, che retrocede l’Umbria tra le regioni ‘in transizione’ attestandone un impoverimento. Nel 2015 la Giunta si insediò parlando di ‘legislatura d’attacco per cogliere la ripresa’. Forse anche per questo da due anni non viene discussa in Assemblea la ‘Relazione della Presidente sullo stato di attuazione del programma di governo’, nonostante sia prevista dall’articolo 65 dello Statuto regionale. Forse si teme il confronto politico su quello che c’è scritto e, soprattutto, su quello che non è scritto?”.

“Non amiamo strumentalizzare i dati negativi a fini politici (anche perché tutti paghiamo la crisi) – aggiungono gli esponenti dell’opposizione -, ma ciò che troviamo intollerabile è la perenne negazione della realtà che da tre anni impedisce di trovare soluzioni a problemi che neppure si ammette che esistano. Chiediamo che la Giunta ripensi integralmente le politiche di sviluppo della nostra regione, rimettendo totalmente in discussione le precedenti politiche e l'utilizzo delle proprie partecipate Sviluppumbria e Gepafin. Ogni risorsa va valorizzata al meglio, senza perdere più tempo. Nel Palazzi – concludono - ancora si continua a voler vendere sogni, mentre anni di questo governo hanno contribuito a far piombare l’Umbria in un incubo”. 

 

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