di
Eugenio Pierucci
Berlusconi si ripete ancora una volta cercando di rirarsi fuori dagli impicci attribuendo il clamore mediatico suscitato dalla vicenda, soprattutto dopo le decise esternazioni della sua consorte, alla solita macchinazione ordita ai suoi danni dagli infidi signori della sinistra e dai giornali che controllano, alle bugie dei quali avrebbe creduto anche la "signora Veronica".
Se non che c'è qualcosa che non combacia con la sua versione dei fatti, ovvero che ad aprire per prima un furioso fuoco di sbarramento contro il tentativo del premier di riempire di avvenenti "veline" e "vallette" le liste del Pdl per le Europee, è stata un'autorevole Fondazione assai prossima al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, personaggio sicuramente bem accreditato all'interno dello stesso Pdl. E se ci si è mossi da quelle parti, allora vuol dire che la cosa appariva davvero indigesta almeno ad una parte della base, soprattutto quella proveniente dall'area ex An.
Del resto, che quella delle "veline" non fosse una montatura giornalistica lo dimostra l'improvvisa comparsa di tante showgirl o presunte tali al corso di politica tenuto da Frattini, che ai più era parso come il tentativo di fornire loro una superficiale formazione in tema prima di gettarle allo sbaraglio. Quanto basta per evitare loro gaffe clamorose.
Ma alla fine questo frettoloso "a,b,c" della politica si è trasformato in un'inutile perdita di tempo, causa l'inattesa ribellione di tanti, e fra questi persino la "signora" Veronica che nell'esternare la sua indignazione non aveva esitato a ricorrere all'esplicativo termine "ciarpame" che ha evidentemente convinto il suo consorte a non insistere oltre e ad arretrare su una improvvisata linea di difesa.
Alla sostanza, dicono i bene informati, a fare le spese di tanto clamore sarebbero state solo tre belle figliole, visto che altre ragazze, come Angela Sozio e Camilla Ferranti sarebbero state cassate già da prima, essendo state giudicate del tutto inadeguate al ruolo europeo. A cadere in definitive sotto i colpi della mannaia azionata dal cavaliere con una telefonata nel pieno della notte ai suoi plenipotenziari romani, primo fa tutti il fidato Gianni Letta, sarebbero Elisa Alloro, presentatrice tv, Cristina Ravot, la giovane cantante delle serate di villa Certosa, e Susanna Petrone (Sud), valletta Mediaset di Guida al campionato. L'unica a salvarsi Barbara Matera (nella foto), altrettanto avvenente, ma forte anche di una solida preparazione Bocconiana.
In conclusione e per comprendere meglio lo spirito al momento prevalente in casa Pdl, converrà riflettere sullo sfogo nei confronti dei più diretti esecutori degli ordini del cavaliere attribuito dal quotidiano la Repubblica a quello che il giornale stesso definisce "un alto papavero forzista": "Si sarebbe potuto evitare tutto questo casino - avrebbe esclamato - se qualcuno non avesse chiamato tutte quelle ragazze per fare un corso di politica con Frattini senza prima avvisarci. Avremmo chiamato trenta maschi, si sarebbero mischiati, e nessuno ci avrebbe fatto caso. Ma così era indifendibile".
Diamine, anche nel fare le porcate c'è bisogno di un minimo di stile.
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