stalking2.jpg
PERUGIA - Nasce a Perugia il primo sportello in Italia anti-stalking, al quale possono rivolgersi le vittime di molestie e comportamenti persecutori e a cui collaboreranno tre psicologi e tre avvocati, tra cui un professore universitario di diritto. Lo sportello e' stato inaugurato nella sede dell'Adoc di Perugia, alla presenza della Segretaria confederale della Uil, Nirvana Nisi, del Presidente dell'Adoc Nazionale, Carlo Pileri e del Presidente dell'Adoc dell'Umbria, Angelo Garofalo. ''Lo sportello di Perugia e' sperimentale - ha spiegato Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc -, attraverso il quale cercheremo di creare un forte impatto sociale. Nel prossimo autunno presenteremo i dati statistici e casistici dei due sportelli Adoc in funzione, quello sul territorio e quello online''. E' attivo da circa un mese, infatti, lo sportello online, raggiungibile dal sito ww.adoc.org e al quale 127 persone si sono gia' rivolte agli operatori per chiedere consulenza e assistenza. Dai primi dati gia' raccolti dallo sportello online e resi noti dall'Adoc, risulta che ''il 22% delle persone che si sono rivolte agli operatori sono proprio stalker''. ''E' un dato da analizzare - ha sottolineato Pileri - perche' molti persecutori non sanno di esserlo e ci chiedono se le loro azioni siano da ritenersi reato o meno. Il 95% degli stalker sono persone normali, che non presentano nessuna patologia psichica grave. C'e' quindi una difficolta' a rendersi conto di essere un persecutore. Altro dato interessante e' il fatto che il 15% delle vittime sono uomini". "Riteniamo - ha anche osservato Pileri - che sia un dato sottostimato, data la reticenza dell'uomo ad ammettere di essere vittima di tale reato''. Per quanto concerne la tipologia di atti persecutori, nel 35% dei casi lo stalking si e' manifestato attraverso telefonate, sia quelle andate a buon fine che quelle senza risposta, i cosiddetti squilli. ''Su questo campo - afferma il Presidente dell'Adoc Nazionale - sorge un problema non di poco conto, in quanto i gestori telefonici conservano, per un congruo tempo di 5 anni, i dati di tutte le chiamate ad esclusione proprio di quelle senza risposta. Come conseguenza, la polizia non puo' risalire allo stalker. Un problema serio, che va affrontato con urgenza, dato che molti utenti hanno denunciato questa modalita' di persecuzione''. Per i restanti casi, il 10% costituito da appostamenti e citofonate presso l'abitazione di proprieta' o l'ufficio, un'altra percentuale e' rappresentata da diffamazioni e dichiarazioni di scherno e offensive lasciate su blog e social network. In questi casi, la maggior parte degli episodi riguarda problemi sorti tra condomini. Nel 25% dei casi la molestia e' avvenuta tramite mail e sms. Su questo tipo di atti persecutori si concentra la maggior parte delle informazioni richieste dagli stalker agli operatori dello sportello online, che chiedono quando l'invio di messaggi possa ritenersi un reato. Il restante 20% dei casi riguarda episodi vari, tra cui il furto d'identita' o personalita' anche attraverso la creazione di pagine false su blog o social network come Facebook. "Vogliamo porre l'attenzione non solo sul fattore punibilita' del reato ma anche sulla sua prevenzione - ha concluso Pileri -. E' importante far sviluppare questa cultura nei cittadini, far capire loro che determinati comportamenti sono sbagliati o possono costituire reato, al fine di far ravvedere per tempo le persone che si comportano in tale maniera. Vorremmo, in tal senso, che si attivassero campagne condivise con Enti nazionali e locali per l'informazione e l'educazione in materia, fin dalle prime classi della scuola, dove gia' sono presenti episodi di bullismo. Il bullo di oggi potra' essere lo stalker di domani, e' bene quindi evitare l'insorgere di tale possibilita' e fermare la diffusione del fenomeno stalking e del bullismo stesso''. Condividi