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Il Festival di Spoleto torna ad essere una 'officina' delle arti. ''Una iniziativa culturale italiana che resta uno degli appuntamenti artistici più importanti in Italia e nel mondo'' spiega il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, durante la presentazione del Festival avvenuta al ministero dei Beni culturali. Il Festival che si svolgerà a Spoleto dal 26 giugno al 12 luglio e si aprirà con un concerto dedicato allo storico fondatore del Festival Giancarlo Menotti, con questa edizione ricomincia a produrre spettacoli propri. Tra gli altri l'opera su Mozart dove una donna, il soprano francese Sacha Guitry, interpreta il personaggio maschile; così come 'Apokalypsis'', di Marcello Pani il cui testo è stato elaborato da monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura della Santa sede, che sarà presente sul palco a commentare i versetti della Bibbia da lui scelti, sulle musiche della Banda dell'Esercito Italiano. Tra le novità, ''quest'anno - assicura il direttore artistico Giorgio Ferrara - le orchestre del Festival saranno solo orchestre italiane''. Saranno presenti i giovani talenti della scuola di Musica di Fiesole e l'Orchestra J. Futura che eseguiranno i concerti di mezzogiorno. Un omaggio alla musica e a tutti coloro che la amano viene da 'Copynight', un concerto dedicato alla tutela dei diritti d'autore con la direzione artistica di Caterina Caselli Sugar. Un'altra prima italiana sarà quella con Elio e Le storie tese che farà il narratore di ''Figaro il barbiere'', in cui dialoga con il pubblico e racconta momenti salienti e personaggi dell'opera. Nel festival delle novità non poteva mancare una eccezionale iniziativa: per la prima volta i tre maggiori coreografi contemporanei saranno insieme sullo stesso palcoscenico. Si tratta di Alexei Ratmansky, Christopher Wheeldon e Wayne McGregor. Una iniziativa realizzata grazie alla Fondazione Fendi per la quale è stato possibile anche lo spettacolo di danza Pina Bausch, la famosissima artista si esibirà in uno spettacolo che coinvolge tutti i sensi ''Bamboo Blues''. Grandi ed interessanti novità del Festival di Spoleto anche sul fronte del teatro. Torna dopo venti anni sul palco Robert Wilson con "L'ultimo nastro di Krapp" di Beckett. Un altro ritorno è quello di Luca Ronconi con "Un altro gabbiano" di Cechov. Arriva invece dalla Francia Jacques Verge's, ormai ultraottantenne avvocato che difese i membri della Raf in Germania, e terroristi vicino alla destra come alla sinistra; porterà sul palcoscenico 'serial plaideur' per raccontare che ''la professione d'avvocato non è soltanto l'esercizio di una tecnica ma anche e soprattutto un modo di assumere su di sé l'umanità di tutti gli uomini, colpevoli o no''. Anche nella sezione relativa al teatro uno spazio è dedicato ai giovani con la partecipazione al Festival dell'Accademia Nazionale d'Arte drammatica Silvio D'Amico e il Teatro Stabile d'Arte Contemporanea dell'Accademia Perduta di Romagna Teatri. Poi, il teatro può diventare anche un Orient-Express che arriva dalla Turchia per fermarsi a Spoleto ed organizzare uno spettacolo atipico dentro uno dei vagoni del treno. Il Festival delle arti non poteva pensare anche alla poesia. Infatti, con un piccolo omaggio all'Unità d'Italia, Ernesto Galli della Loggia farà delle letture sul Risorgimento con "Benché il parlar sia indarno…" Sempre dello stesso autore "I segni dei tempi", con interviste ad importanti personalità della scena pubblica italiana, ospiti per l'occasione nella cittadina umbra. Fra gli eventi l'inaugurazione della scultura di Robin Heidi Kennedy raffigurante il coreografo Jerome Robbins e dodici ore di film dove Frederic Mitterrand racconta, attraverso alcuni documentari, alcuni tra i temi storici più rilevanti degli ultimi anni della storia europea. La sezione dedicata all'arte non poteva non essere di gestione del critico d'arte Vittorio Sgarbi che non mancando alla sua puntuale ironia afferma: ''Mi hanno chiesto di fare tante cose ma senza un soldo''. Lui l'organizzatore di una mostra a Palazzo Collicola che raccoglie l'arte di Andrea De Carvalho, Circus Errans e Maurizio Mochetti ''perché l'arte figurativa possa avere a Spoleto - spiega il critico - la giusta visibilità''. Nell'ambito del Festival molte altre iniziative ed eventi realizzati da grandi nomi dello spettacolo italiano ai quali la Siae, da quest'anno, ha deciso di dare un riconoscimento per ogni ambito: autori, scenografi, coreografi. Concluderà il Festival, come da tradizione, il concerto con le musiche di George Gershwin. Condividi