Non v'è dubbio che, stando ai dati del sondaggio Swg pubblicato oggi dal Corriere dell'Umbria e che abbiamo già vatutato politicamente ponendo soprattutto l'exploit della candidata sindaco Carla Spagnoli, la situzione a Perugia, per quanto riguarda il rinnovo dell'amministrazione comunale appare un po' più complicata rispetto alle altre realtà regionali. Questo perché lo scarto fra i due principali concorrenti alla poltrona di Sindaco, Wladimiro Boccali per il centro sinistra (dato al 46-50%), e Pino Sbrenna per il centro destra (40-44%) è nettamente inferiore, anche perché l'ex consigliere regionale democristiano, rispetto al suo emulo ternano Baldassarre, può contare anche sul fatto importante di avere con sé anche quell'Udc che, invece, nella città dell'acciaio corre per conto suo con Melasecche. Inoltre potrebbe contare, nel caso che gli riuscisse il colpo di andare al ballottaggio, sulla riserva di voti che gli potrebbero venire da unz parte almeno dei voti racimolti dalla stessa Spagnoli (Lista civica Movimento per Perugia) data al 5-7%, oltre che da Stefania Verruso (La Destra) che conterebbe invece su un 1-3%.
A favore di Boccali potrebbe giocare invece il fatto che essendo assai prossimo alla soglia della maggioranza assoluta, con una campagna elettorale un po' più incisiva e concreta rispetto a quanto fatto sinora, più a contatto con i problemi reali della gente e meno con le rappresentazioni seminariali fornitegli dai professori di cui si è circondato, gli potrebbe riuscire il colpo di passare al primo turno, considerato anche che il giudizio complessivo dei perugini sull'operato della giunta uscente della quale fa parte è tutto sommato lusinghiero, essendo stato promosso da un 63% degli interrogati, mentre gli scontenti sono il 37%. Altro fattore che gioca a suo favore è la percentuale complessiva che viene attribuita alla coalizione di centro sinistra (49,5-53,5%), rispetto a quella del centro destra (42-45%), il che vuol dire che almeno la maggioranza in consiglio comunale dovrebbe essere comunque assicurata.
A questo riguardo va però osservata la stranezza secondo la quale dall'area di sostegno a Boccali sono stati inspiegabilmente esclusi i Comunisti Italiani (0,5-1,5%) e il Partito Socialista (1-3%).
Ultima considerazione al riguardo, e che fa ben sperare sulla possibilità di allargare il consenso a Boccali, e che del 21% degli indecisi, la larga maggioranza , il 41%, militerebbero nel campo del candidato del centro sinistra, contro il 25% del centro destra.
Che dire, invece, dei candidati minori? Che, tanto il grillino Michele Petrelli che il radicale Amato De Paulis, si dimostrano per quello che sono, del tutto ininfluenti in questa competizione, venendo dati entrambi allo 0,3-0,7%.
Tornando ai partiti, invece, queste sono le posizioni: nella coalizione pro Boccali il Pd (36-40%) viene dato in deciso calo rispetto al 44,6% delle politiche e al 45,4% delle comunali del 2004. Di ciò si avvantaggerebbe l'Italia del Valori che salirebbe al 5-7% contro il 3,8 e l'1,3% precedenti. In ripresa rispetto al 2008 anche Rifondazione Comunista che avrebbe il 2-4%, rispetto al 3,6% che aveva messo su la Sinistra Arcobaleno. Questo risultato sarebbe comunque da considerare per il Prc non pienamente soddisfacente e i dirigenti di quel partito non nascondono di attendersi dalle urne un ben altrro risultato. Infine Sinistra e Libertà che oscillerebbe fra l'1 e il 2%, troppo poco per sperare di eleggere un consigliere.
Nel centro destra il Pdl, dato al 24,5-28,5% sarebbe in discesa rispetto alle politiche del 2008 (32,7%), ritrovandosi più o meno su quelle del 2004 (28%).
In media con il passato la Lega Nord (1-3%) che nel 2008 aveva ottenuto l'1,6%, mentre l'Udc scenderebbe all'1,5-3,5% rispetto al 4,7% dello scorso anno, mentra nel 2004 aveva ottenuto il 2,9%.
In questo caso la differenza verrebbe fatta da una posibile lista civica a sostegno di Pino Sbrenna che potrebbe ottenere il 9,5-13,5% dei suffragi.
Qualche considerazione, infine, sulla ripartizioe del voto per classi di età che presenterebbe a Perugia un andamento diverso rispetto alle altre realtà urbane che sono state sin qui considerate. Sia pure di pochissimo, infatti (50% contro 49%) sarebbe il centro destra a prevalere fra i 18-34enni, un vantaggio che si accentuerebbe ulteriormente fra i 35-44enni (59% contro 39%) per poi rovesciarsi fra i 45-54enni (68% per i centro sinistra contro il 22% del centro destra). Un vantaggio per il centro sinistra che proseguirebbe anche fra gli oltre 54enni.
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