Questa volta la misura è colma e i sindacati ci vanno giù pesante: il nuovo stop sul percorso di creazione della Holding regionale dei trasporti è un “fatto gravissimo”, che dimostra come “politica e istituzioni non considerino prioritario l'interesse generale” e apre “un problema politico serio sulla pratica stessa della concertazione in Umbria”. Toni infuocati nella conferenza stampa che Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, rappresentate ai massimi livelli dai tre segretari generali, Manlio Mariotti, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini, hanno tenuto stamattina a Perugia insieme alle categorie dei trasporti. La mancata approvazione delle delibere di attuazione della Holding dei trasporti da parte del Comune e della Provincia di Perugia non va proprio giù ai sindacati che annunciano iniziative di mobilitazione che potrebbero sfociare anche, entro il mese di giugno, ad un sciopero generale regionale del settore. “E' evidente che ancora una volta nella nostra regione hanno prevalso gli interessi particolari della politica sull'interesse generale”, ha detto il segretario della Cisl Ulderico Sbarra che ha sottolineato come il problema “non sia limitato solo ai trasporti, ma si verifichi ogni qual volta si tenta di mettere mano a riforme strutturali del sistema” (vedi sanità, comunità montane, etc.). Il fatto più grave per Claudio Bendini, segretario generale Uil, è che “tutti gli atti erano pronti, c'era già l'accordo tra gli enti proprietari, mancava solo un semplice atto burocratico. E invece – ha detto Bendini – si è voluta cogliere l'occasione dello scioglimento dei consigli per far slittare tutto, con un atto di grave irresponsabilità politica”. Le conseguenze che la mancata approvazione della Holding potrebbero produrre in termini di risparmi mancati le ha illustrate il segretario generale della Cgil, Manlio Mariotti: “Parliamo di 8,5 milioni di euro per il triennio 2010-2012 (di cui 1,6 milioni solamente dalla riduzione delle spese per consigli d'amministrazione e collegi sindacali) e poi circa 4 milioni di euro per gli anni successivi. Dentro queste cifre – ha spiegato il segretario Cgil – c'è tutta l'assurdità e l'intollerabilità di questa scelta inconcepibile”. Scelta dietro la quale, secondo Mariotti, si cela una vera e propria “lobby trasversale che opera in Umbria contro le riforme strutturali. Soggetti – ha detto il numero della Cgil regionale – che sono al riparo dalle regole del mercato e in questo momento anche dagli effetti della crisi. Soggetti per i quali – ha concluso – le uniche riforme che vanno bene sono quelle che non si fanno”. Nel mirino dei sindacati sono poi finiti “quegli amministratori delle aziende del tpl che vanno contro la volontà degli enti proprietari”, cosa che secondo Cgil, Cisl e Uil, “in un Paese normale comporterebbe le immediate dimissioni del manager, mentre da noi sembra essere accettabile”. Ora, i sindacati non sono disposti ad ulteriori concessioni. “Da qui alle elezioni – hanno spiegato Mariotti, Sbarra e Bendini - occorrerà verificare quale è la reale volontà della Regione, dei candidati, delle forze politiche e cominciare a discutere anche del piano industriale della Holding, in modo da poter ripartire subito in maniera spedita già dall'8 giugno. Altrimenti – hanno avvertito Cgil, Cisl e Uil – si passerà alla mobilitazione generale del settore”. Condividi