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Il Piano sanitario regionale 2009-2011, quinto documento di programmazione della sanità in Umbria, si propone tredici obiettivi strategici: la prevenzione, intesa come ‘promozione della salute’, da tumori e malattie cerebrovascolari, pari all'87 per cento dei decessi in Europa che rispondono a noti fattori di rischio (fumo, alcool, alimentazione sbagliata e scarsa attività fisica); il ‘potenziamento delle cure primarie e l’attivazione di quelle intermedie’, intese come risposta al forte invecchiamento della popolazione umbra, nella consapevolezza che oggi non servono solo ospedali per acuti, ma servizi ramificati, da organizzare nella nuova dimensione Ati (ambiti territoriali integrati), per seguire il cittadino-paziente nell’arco della vita integrando gli interventi sociali e sanitari; la tutela del mondo del disagio e dell’emarginazione, fino a riconoscere il ‘diritto alla salute nell’area della dipendenza’ (droga ed alcool) e della salute mentale. Quest’ultima da intendere come scelta di civiltà maturata in Umbria. Altri obiettivi riguardano: la tutela della salute delle donne, dalla nascita, alla sfera sessuale, alla prevenzione dei tumori femminili, fino al problema delle violenze sulle donne; la riabilitazione, un settore da rafforzare creando una rete di servizi territoriali capaci di garantire giovani ed adulti dalle conseguenze di tutte le patologie (traumatiche, ortopediche, cardiovascolari, neurologiche, oncologiche, respiratorie, genetiche); investire nella assistenza, residenziale e semiresidenziale, dei più deboli, secondo le indicazioni del Prina (Piano per la non autosufficienza) ampliando l’offerta di residenze protette con almeno 2mila posti letto; ‘riconfigurazione della rete ospedaliera regionale’, individuando il ‘Progetto reti cliniche’, specializzate per patologia, con prestazioni di alta qualità da integrare a livello verticale ed orizzontale, riorganizzando i dipartimenti e il servizio di emergenza urgenza, il 118, comprensivo di elisoccorso; ridurre i tempi delle liste di attesa della diagnostica, riorganizzando il sistema delle prenotazioni, e velocizzando i referti. Obiettivi ulteriori, la salute in carcere nel rispetto dei diritti dei detenuti e la creazione della Agenzia Umbria Sanità con compiti di centralizzare tutte le funzioni tecnico amministrative della sanità umbra, compresi gli acquisti per le tre Asl e le due Aziende ospedaliere. Rispetto al passato le scelte e gli investimenti verranno definiti annualmente in sede di Dap, anche per monitorare gli effetti del federalismo fiscale. Con le modifiche maturate in terza Commissione, dopo la fase partecipativa, sono stati introdotti: una più marcata partecipazione dell’associazionismo, del terzo settore e delle istituzioni territoriali, alle scelte di Asl ed Aziende sanitarie, anche tramite comitati consultivi; maggior tutela della salute mentale, con obiettivi annuali prefissati; intensificazione della lotta all’Alzheimer con diagnosi precoci, centri diurni, ricoveri di sollievo, residenze protette; incremento della medicina trasfusionale organizzando in rete i servizi di cure neuropatologiche, epatogastroenteriche ed immunotrasfusionali; aumento dei medici psicologi nei servizi sociosanitari; riduzione della mobilità passiva’ di degenti umbri verso i servizi altre Regioni; sinergie e collaborazione con l’Università, nel campo della ricerca scientifica, (ematologia e cellule staminali) e della formazione professionale; più controlli sull’igiene alimentare e sui farmaci veterinari; nuovi ‘percorsi’ nella lotta alle dipendenze da psicofarmaci, particolarmente per le fasce più deboli della società, e per ridurre i danni gravi di tipo fisico e sociale; ‘affido etero-familiari’ per adulti con problemi complessi e gravi. Il Piano incentiva anche l’allattamento al seno e l’utilizzo di tecniche costruttive ecosostenibili in edilizia ospedaliera. Per l’emergenza urgenza, la Regione è chiamata a “rendere omogenei i rapporti contrattuali tra associazioni di volontariato del territorio e le singole Asl”. Un richiamo di natura economico-finanziaria esprime preoccupazioni per i problemi derivanti dai tagli nazionali indicandoli come particolarmente evidenti dal 2010. Il Piano sanitario umbro fissa la programmazione triennale di un settore che da solo assorbe oltre il 76 per cento del bilancio regionale, con una spesa che nel 2009 è quantificabile in 1miliardo 623milioni 670mila euro. Condividi