E' stato approvato in tarda mattinata a maggioranza dal Consiglio regionale dell'Umbria il nuovo piano sanitario per il triennio 2009-2011: 16 i voti favorevoli della maggioranza, sette quelli contrari delle opposizioni. Quello approvato oggi è il quinto piano sanitario della Regione Umbria. ''Sulla sanità questa giunta regionale non ha fatto chiacchiere ma fatti, e con questo nuovo piano sanitario mette in condizioni chi verrà dopo di noi di avere a disposizione uno strumento duttile e adeguato alle nuove esigenze della comunità umbra''. Così stamani in consiglio regionale l'assessore Maurizio Rosi prima del voto. ''Finora non tutti gli obiettivi, lo riconosco, sono stati raggiunti - ha detto Rosi - ma tutti sono stati perseguiti con decisione, e bisogna ricordare che solo Umbria e Toscana hanno evitato di imporre ticket, nel contempo dotando il sistema sanitario umbro di maggiore competitività, a partire da una rete ospedaliera completamente rinnovata''. Ribadito che ''nel 2010 non si sa che cosa succederà alla sanità umbra, visto che la finanziaria nazionale non prevede fondi aggiuntivi'', Rosi ha sottolineato che ''l'Umbria è la seconda regione in Italia che invecchia di più dopo la Liguria, e questo pone problemi enormi che però questo nuovo piano affronta adeguatamente, tra l'altro cominciando a mettere efficacemente a rete l'intero sistema''. Quindi Rosi ha difeso il ruolo dell'agenzia dei servizi sanitari (''Non è la settima asl e costa zero'', ha sottolineato) facendo osservare che ''l'Umbria è la regione che ha tagliato di più nel settore degli amministrativi della sanità''. Sul problema delle liste d'attesa, Rosi ha invitato l'opposizione ad ''approfondire insieme l'argomento in commissione, sapendo però che gli organici non si possono aumentare: una verifica si può però fare sull'attività intra moenia e su quella ambulatoriale privata''. Infine riguardo agli assetti istituzionali della sanità umbra, Rosi ha difeso l'assetto con quattro asl e due aziende ospedaliere, definendo le prime ''elemento portante'' del sistema sanitario regionale e le seconde ''una presenza necessaria laddove, come a Perugia ed a Terni, c'è una facoltà di medicina''. Condividi