PERUGIA - L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza (11 sì e 8 no) l’esame del rendiconto generale dell'amministrazione della Regione Umbria per l'esercizio finanziario 2017. Hanno votato a favore Pd, Ser e Solinas (Misto-Mdp) mentre si sono espressi negativamente M5S, Lega, FdI, FI, De Vincenzi (Misto-Umbria Next) e Ricci (Misto/Rp-Ic). Dopo le relazioni di maggioranza e minoranza (https://goo.gl/8nhhZQ(link is external)) e gli interventi dei consiglieri, i lavori sono stati conclusi dalla replica della presidente della Giunta, Catiuscia Marini.

GLI INTERVENTI

Marco SQUARTA (FdI): “VALUTAZIONE NEGATIVA SU UN RENDICONTO CHE DIMOSTRA LA MANCANZA DI STRATEGIA E DI INNOVAZIONE su sanità, trasporti e riordino delle partecipate. Si è solo giocato di rimessa nella gestione dell’ordinario. La Corte dei conti, pur parificando il bilancio, ha nuovamente sollevato criticità puntigliose che però vengono ignorate dalla Giunta. Certi campanelli di allarme non possono essere ignorati. La Regione ha 1200 dipendenti con 252 posizioni organizzative e 62 dirigenti: nel privato ciò porterebbe al fallimento. Al Comune di Perugia, con 1100 dipendenti, ci sono 40 posizioni organizzative e 28 dirigenti. Si doveva fare uno sforzo più consistente per la riduzione del personale. Sui controlli interni la Corte ha rilevato ritardi che aggravano la situazione della Regione, che non ha svolto controlli di gestione e strategico. Positivo il Piano contro la povertà della Regione, che poteva essere finanziato in modo più adeguato con alcuni risparmi nella struttura. Vanno chiariti i disallineamenti riscontrati tra debiti e crediti tra Regione, Comuni e Province. Questo ha generato perplessità sulle cifre messe a bilancio come ‘residui’. La Regione ha sforato con la spesa farmaceutica a cui si sono aggiunti i furti. La Corte ha rilevato criticità sull’edilizia sanitaria, con un aumento dei tempi medi di realizzazione. Andrebbe anche approfondita la spesa per gli affitti della Asl 1 e 2, che cumulano cifre importantissime per l’ospedale di Branca come per la sede di Via Bramante a Terni. Va chiarito se esiste la centrale unica degli acquisiti. Vanno ridotte Asl e Aziende ospedaliere, con una Asl unica regionale e una azienda ospedaliera unica regionale. Da tempo l’assessore Bartolini annuncia il riordino delle partecipate senza che a questo sia seguita alcuna azione concreta. L’Agenzia unica per il trasporto pubblico non è mai nata a causa dei problemi con i crediti vantati da terzi. Ci sono ritardi nell’ambito dei trasporti che impediscono alla Regione di ottimizzare le risorse a disposizione”.

Claudio RICCI (MISTO RP/IC): “LA CORTE DEI CONTI HA PARIFICATO IL RENDICONTO MA CI HA CHIAMATO A PROFILARE MEGLIO GLI OBIETTIVI. Esprimo vicinanza e solidarietà al dirigente del Comune di Perugia aggredito ieri. Dichiaro il mio voto negativo sul rendiconto 2017, collegato ad un bilancio 2017 conteneva scelte diverse da quelle che auspichiamo. I tagli alle Regioni hanno comportato una diminuzione di oltre 50milioni per l’Umbria nel 2017. La spesa pubblica andrebbe revisionata e razionalizzata, per utilizzare meglio i fondi a disposizione. Ci sono 238milioni di euro del nostro bilancio che sono vincolati, mentre la parte mobile ammonta ad appena 200milioni. La Corte dei conti ha parificato il rendiconto ma ci ha chiamato a profilare meglio gli obiettivi, dotandoci di parametri per misurare i risultati. La Corte dei conti nel 2016 ci ha inviato un rapporto sulle società partecipate (57) mentre l’ultimo dato del collegio dei revisori dei conti della Regione porta il loro numero a 12 e degli enti strumentali a 10, con un costo complessivo di circa 28milioni. Serve un’azione ancora più efficace e un processo complessivo di riordino. Su Umbria tpl e mobilità, tutti hanno rilevato problemi ma dobbiamo ricordarci che si tratta di servizi pubblici. Si dovrà rivedere il sistema dei titoli derivati, la cui scadenza di lungo periodo impone riflessioni da compiere. Sulle spese del personale, si nota una ottimizzazione di 2,1 milioni di euro, anche se le posizioni organizzative sono ancora 252. Per quanto riguarda la sanità, essa occupa il 71 per cento delle entrate. Vanno previsti obiettivi, indicatori e misuratori delle attività dei direttori delle quattro strutture regionali. Il 59 per cento degli acquisti in sanità avviene attraverso la centrale unica ma essa potrà essere superata e ottimizzata con una centrale unica per tutti gli acquisti. Il fondo sanitario nazionale ammontava nel 2017 a 113miliardi ma rispetto al Pil è sceso sotto il 7 per cento, secondo gli analisti questo dato inizia a delineare un problema. Se diminuirà ancora dovremo trovare risorse aggiuntive rispetto a quelle pubbliche. Il giudizio di parificazione ormai ha il valore di una verifica collaborativa, che deve servire a migliorare gli atti di governo e quelli finanziari”.

Silvano ROMETTI (SER): “IL BILANCIO DELLA REGIONE È RIGIDO E LIMITA GLI INVESTIMENTI - Esprimo anche io solidarietà al dirigente del Comune di Perugia aggredito ieri, ricordando gli eventi drammatici del Broletto. La finanza pubblica italiana chiede continui sacrifici alle Regioni, circa 40milioni in meno quest’anno all’Umbria. Molto difficile dire che il nostro bilancio non è in ordine, dato che ci sono Amministrazioni regionali che non riescono a ottenere la parifica, da anni. La razionalizzazione della spesa, protratta per anni, diventa sempre più complessa. C’è un segnale positivo anche rispetto al rating delle agenzie. La sanità in equilibrio non è un dettaglio, soprattutto se la Regione è un esempio per il rapporto tra costi e servizi. È continuata la lotta all’evasione. I dati del rendiconto sono tutti positivi. Il personale della Regione Umbria non è eccessivo, se paragonato a quello delle altre Regioni con dimensioni simili. Rispetto ai trasporti, Carbonari dovrebbe verificare quello che succede a Roma mentre qui ci sono servizi diffusi e tariffe agevolate per alcune categorie come anziani e studenti. Le partecipate sono un patrimonio nostro, non dobbiamo certo puntare a farle chiudere. Esse hanno subito la situazione di difficoltà economica di questi anni e non è strano che la Regione le sostenga”.

Emanuele FIORINI (LEGA): “OCCORRE UNA REAZIONE FORTE CHE PERMETTA ALL’UMBRIA DI INVERTIRE LA ROTTA - Le famiglie umbre si impoveriscono progressivamente e i giovani vanno a cercare fortuna fuori regione oppure all’estero. È necessario un cambiamento tangibile che permetta agli umbri di guardare con fiducia al futuro”.

Gianfranco CHIACCHIERONI (PD): “STIAMO PORTANDO AVANTI LA MODERNIZZAZIONE DELLA REGIONE UMBRIA – Sulle riforme realizzate siamo continuamente chiamati a riflettere. Abbiamo riformato e razionalizzato l’Ater e il sistema del trasporto pubblico. La Regione è intervenuta su progetti importanti come quello di Monteluce a Perugia. La rete degli ospedali regionali è stata aggiornata e modernizzata, anche se a Terni ci sono ancora questioni aperte. Il tratto di ferrovia S.Anna – Ponte San Giovanni sarà un altro minimetrò a carico della Regione. Agiremo sui fondi per le aree interne, per l’agenda urbana e con tutti gli altri strumenti a disposizione. Ognuno è chiamato a fare in concreto, con una operazione di verità rivolta alla comunità regionale. Non dobbiamo dimenticare il valore del lavoro che stiamo facendo. Partecipiamo ad un processo dentro cui ci siamo noi e tutta la comunità regionale”.

Catiuscia MARINI (presidente Giunta): “IL GIUDIZIO DI PARIFICAZIONE DELLA CORTE DI CONTI SUL RENDICONTO CONFERMA IL LAVORO SERIO CHE ABBIAMO FATTO E DIMOSTRA LA SOLIDITÀ DEI CONTI DEL NOSTRO BILANCIO, per il sesto anno di seguito. Il rendiconto ha l’obiettivo di verificare i risultati della gestione ma anche di verificare la correttezza e la qualità della gestione. L’EQUILIBRIO del nostro bilancio è il presupposto per effettuare le politiche fondamentali della regione, per far funzionare i servizi di nostra competenze e le politiche essenziali che sono in capo agli enti locali sia su versante degli investimenti che della gestione dei sevizi fondamentali. Equilibrio e solidità che siamo riusciti a mantenere nonostante il forte contributo che il sistema delle regioni, e l’Umbria in particolare, ha dato al risanamento dei conti del Paese, non solo con TAGLI ai finanziamenti dello Stato e il contenimento della spesa, ma anche con scelte di eccessivo irrigidimento a garanzia del bilancio dello Stato, con meccanismi volti a rallentare la spesa delle Regioni e degli enti locali, che riducono la capacità di spesa per alcuni servizi fondamentali per i cittadini: servizi sociali, diritto allo studio, investimenti pubblici strategici e manutenzioni, qualità della cultura. Quando si restringe la spesa pubblica sono i cittadini più deboli a pagare. Tornando al rendiconto L’EQUILIBRIO E LA SOLIDITÀ DEI CONTI È DIMOSTRATA DAI NUMERI, dagli indicatori centrali. Le Regioni italiane solide sono quelle che hanno i conti della SANITÀ in ordine e sono adempienti per gli esiti di salute e per i Lea al tavolo nazionale di controllo; quelle che non ricorrono a INDEBITAMENTO; quelle che hanno capacità di TASSAZIONE non sfruttata interamente; sono solide quelle che non ricorrono alle ANTICIPAZIONE di cassa e tesoreria. Nel leggere il GIUDIZIO DI PARIFICAZIONE ci vuole rispetto. Anche perché i bilanci sono parificati o non anche sulle singole parti. In questi sei anni i bilanci di questa Regione sono stati oggetto di parificazione e nessun aspetto è stato non parificato. E ci vuole RISPETTO per il lavoro del personale dell’ente che rappresentiamo. Prima viene la responsabilità istituzionale poi la polemica politica. Anche perché, entrando nel merito, alcune cose noi le abbiamo contro dedotte alla Corte dei conti. Ad esempio sulla TRASPARENZA: il nostro sito contiene tutte le informazioni sulle prestazioni; sui COCOCO abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci sono stati dati ogni anno e nel 2017 la nostra spesa è al di sotto delle soglie previste. Ma non posiamo trasformare i precari in disoccupati. Anzi ci siamo impegnati per la stabilizzazione anche con la legge Madia. Una scelta politica e giusta. Come spesa complessiva per il PERSONALE sulla spesa totale dell’ente siamo la terzultima regione italiana. Dentro i limiti di spesa la Regione ha comunque lavorato sul contenimento del personale e questo ci ha consentito di poter gestire la riforma delle provincie. Anche per la dirigenza, noi avevamo una dotazione organica di 100 e siamo scesi a 75, come posizioni da 70 a 50. La Regione è un ente di programmazione e di legislazione, certo che ha più personale intermedio rispetti a enti che hanno competenze diverse e solo esecutive. Sulle osservazioni in merito al RAPPORTO CON ENTI LOCALI faremo la nostra parte. La finalità della Regione è aiutare l’ente locale a farle le opere. Con un’amministrazione meramente contabile potremmo togliere i contributi regionali ai Comuni. Ma noi vogliamo aiutare gli enti locali a spendere i soldi che la Regione ha assegnato. L’Assemblea legislativa deve entrare nel merito politico e non limitarsi ad un’analisi solo tecnica. Anche su UMBRIA MOBILITÀ dai bilanci parificati emerge la correttezza del nostro operato. Siamo l’unico socio che ha affrontato con determinazione il proprio ruolo. Se anche gli altri quattro soci pubblici avessero assunto iniziative come le nostre non saremmo in questa situazione. È curioso che venga sottoposto ad esame il lavoro degli amministratori pubblici che operano per il risanamento economico della società e non ci si interroga su come quella società sia arrivata a quella situazione. Difendo l’operato della Giunta sulle PARTECIPATE, perché noi ci ragioniamo come società operative di servizi essenziali, specie quelle dei trasporti. Nel 2011, al mio primo bilancio, abbiamo trovato una situazione con 207milioni di euro di debiti verso terzi e 288 milioni di totale passività. Con 5 esercizi finanziari i debiti verso terzi sono diventati 67 milioni, le passività 138, di cui 24 di patrimonio netto. Abbiamo portato gli accantonamenti a 50 milioni e abbiamo provveduto a tagliare debiti verso terzi e verso le banche. Eravamo il quarto socio nel 2011, ora siamo il secondo perché gli altri soci non hanno adempiuto alla ricapitalizzazione. Nel frattempo la ristrutturazione del sistema trasporti ha messo in sicurezza tutto il trasporto pubblico regionale e le 1500 persone che vi lavorano. Tagliando i servizi avremo potuto agire diversamente, ma non abbiamo sottratto un euro al Tpl. Tra le altre partecipate non ne esiste una con fondi fuori controllo. E da oltre 40 società controllate da Sviluppumbria siamo passati praticamente a zero. Siamo usciti da tutto ciò che non è strategico, che non riguarda i servizi fondamentali”. 

 

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