Fare il partito di LeU ed ingabbiarsi dentro Leu?
di Nicolò Ollino.
Ecco - detta bene - perché ritengo superfluo, anzi forse dannoso, sicuramente non interessante, accelerare sul processo di LeU, fare il partito di LeU, ingabbiarsi dentro LeU.
E farlo con chi ha quotidianamente riferimenti politici all'interno del PD, con chi oggi dice che ci vogliono facce nuove ma intanto si è candidato quattro mesi fa, a 70 anni, in 5 regioni, 16 collegi, 7 galassie, con chi tanto politicamente e programmaticamente la pensa così diversamente, rivendica le liberalizzazioni, nicchia sugli interventi sbagliati sul mondo del lavoro e sull'economia, cazzeggia sul resto.
Taccio da mesi, son stato paziente, mi son stoppato più volte, ho pensato la situazione potesse migliorare.
Ma poi ho pensato anche che ho una dignità, qualche anno di onestà militanza politica, tante idee e tanti dubbi, e mi fa venire i brividi che qualcuno possa scambiare il mio silenzio per condivisione politica del percorso di sta gente che non ha nulla di utile da dire a nessuno, che pensa a salvaguardarsi in un piccolo mondo separato da quello reale. Anche la pazienza ha un limite.
Il mio Partito, Sinistra Italiana, non ho ben capito cosa pensi di proporre, costruire, fare per ribaltare un esisto che se no sembra già scritto e fallito.
Cos'altro fare? Boh. Forse aspettare nasca qualcosa di sensato, che presenti facce nuove, che costruisca pensiero alternativo, che sia convinto di proporre a voce alta un programma dirompente, senza settarismi. Sono espressioni vaghe, ma ci si lavorerà.
Nel frattempo? Dedicarsi a ciò che fa stare bene e tenersi stretti, creare e rafforzare sacche di resistenza nel passaggio stretto di questa epoca.

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