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Angelo Morbidoni Fra la disattenzione di quelli che storicamente dovrebbero essere i difensori di valori fondanti della nostra Repubblica, a partire dall’antifascismo e la Liberazione, e quelli a cui invece questi generano sentimenti di rancore e condanna, quest’anno per la prima volta gli esercizi commerciali di Terni rimarranno aperti il 25 aprile, ricorrenza della Liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista. La cultura liberista, utilizzando la blasfema logica del guadagno che ha determinato la grave crisi economica mondiale, ora non esita a travolgere il simbolo della resistenza italiana: “La Giornata della Liberazione”. La logica del profitto tenta di edulcorare la pagina più dura e sofferta della nostra storia, cercando di dare a questa un’effimera connotazione di “giornata festaiola”; l’occasione per una gita fuori porta o magari per permettere alle famiglie di fruire degli sconti dei tanti outlet a disposizione. Noi Comunisti non ci stiamo. Non cadremo prigionieri di un conformismo consumista che tenta di avvolgere le menti con la nebbia ottenebrante del qualunquismo, da sempre preludio di revisionismi pericolosi. Noi, a differenza di Franceschini, non invitiamo il Cavaliere a condividere con noi ciò che non può condividere. Noi, come nella canzone di De André, “Bocca di rosa”, non vogliamo mettere vicini sacro e profano. Noi, alla festa dell’antifascismo e della libertà vogliamo solo coloro che condividono questi valori e queste speranze. Condividi