In molti hanno inteso il mio impegno nella corsa per la segreteria comunale del Pd come un grave errore. Ci può stare, ma in quei giorni pensavo di poter essere utile a cambiare prospettiva politica, ad aprire quelle famose porte e finestre del Pd, che per essere state sbarrate alla città in tutti questi anni, hanno contribuito a produrre il risultato elettorale. Mi sono fidato di una apparente disponibilita’ al cambiamento del partito . Contro di me si sono invece levati con violenza gli scudi della dirigenza locale e regionale, che hanno preferito la continuità del non ascolto. Come è finito il Pd a Terni e in Umbria e’ storia di questi giorni. Ora che fare? L’assemblea comunale ternana si e’ riunita con incomprensibile e colpevole ritardo , nessuno si è in realtà assunto la responsabilità di quanto accaduto e neppure si è provato a discuterne fino in fondo. La situazione ternana resta sospesa, in un limbo surreale nel quale si agitano, in un conflitto sterile e perenne, le stesse anime che hanno prodotto i disastri. Dai vertici regionali giungono flebili sospiri, anzi si sta avviando impetuosamente lo scaricabarile delle colpe. Purtroppo però la malattia si cura solo dopo una diagnosi accurata e precisa, senza di questa cronicizza e porta a morte il paziente. Penso quindi che la discussione su cosa debba fare allora, non tanto il Pd ma il centro sinistra in Umbria e a Terni debba uscire da quelle stanze e tornare tra i cittadini. Per dare una nuova speranza a chi non si rassegna alla violenza dei messaggi estemporanei, di questa nuova destra populista, a chi sente il bisogno di una seria discussione sul futuro della città e della regione, chi pensa che una nuova classe dirigente credibile e riconosciuta possa giocarsela anche elettoralmente e anche a breve termine, a questa gente noi dobbiamo un di più di impegno. Tutte le forze che ancora si riconoscono in quello che chiamiamo centro sinistra si riuniscano allora in un forum, una forma di Stati Generali, chiamando a raccolta associazioni, movimenti del volontariato, forze sociali, intellettuali , il mondo della scuola, dei lavori e riappropriamoci della nostra politica, della nostra passione. Se i partiti, se il Pd ci starà bene, altrimenti saranno definitivamente spazzati via dall’onda dell’indifferenza. Il nostro Pd, quello in cui abbiamo sempre creduto, non sta più a via Mazzini a Terni e neppure a Palazzo Donini a Perugia, sta tra la gente, per le strade, nelle corsie degli ospedali, tra i negozi in crisi e nelle fabbriche che chiudono. Tra i giardini incolti e le buche delle strade, sta nell’aria irrespirabile e nell’acqua avvelenata. Li, proprio lì vorrei riproporre il mio impegno, e mettermi con tanti altri al lavoro per ricostruire un comune modo di sentire. Il Pd nel quale voglio rientrare è questo, e’ la città’.

Alessandro Pardini
direzione comunale Pd Terni 

 

 

 

 

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