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di Daniele Bovi Affaire circoscrizioni di Perugia. L'intero centrosinistra comunale si è schierato questa mattina in conferenza stampa per ribattere colpo su colpo alla “soddisfazione e all'esultanza” del centrodestra per aver affossato la riforma che avrebbe dovuto ridisegnare i quartieri della città. Al di là delle chiacchiere i punti politici veri della questione che sono venuti fuori sono due. Primo, il centrosinistra sta già pensando alla fase due dell'operazione. Secondo, molte teste di dirigenti verranno fatte rotolare giù per i corridoi comunali nel dopo elezioni. E se nessuno vuole commentare l'ordinanza del Tar, Della Vecchia (Prc) mette invece in evidenza quello che secondo lui è il fatto politico più rilevante: “Qui è successo questo: la prima città in Italia ad avere le circoscrizioni più di trent'anni fa, ora si ritrova senza. E il centrodestra esulta. Ci dicano che le hanno volute affossare per un mero calcolo elettorale. La linea qual'è? Quella di sostenere le circoscrizioni o quella di un loro ministro che in un'intervista ad Italia Oggi ha detto che le circoscrizioni vanno abolite? Fatto sta comunque che il centrodestra si è sfilato dai luoghi del confronto per fare politica con le carte bollate. Ora mi auguro che ci siano meccanismi partecipativi sul territorio che colmino il gap che si è creato”. E qui sta la fase due, chiarita dal coordinatore comunale del Pd Leonelli: “Nel più breve tempo possibile, comunque per la data delle elezioni, cercheremo di avere un progetto condiviso sul decentramento. Io le sentenze le rispetto, ma qui si è creato un danno pesante per la collettività in tema di partecipazione e di servizi”. Poi parte l'attacco al centrodestra: “Non accetto l'atteggiamento da primi della classe. Nell'ordinanza del Tar si dice anche che l'intervento del ministero era improprio. Non è vero che sono i primi a crederci nelle circoscrizioni: basta vedere infatti l'intervista uscita su Italia Oggi”. Sulla stessa lunghezza d'onda di Della Vecchia anche il coordinatore comunale del Pdci Cesare Megha: “La politica – attacca – non si fa con le carte bollate. La verità è che da questa vicenda escono sconfitti i cittadini, venendo a mancare quel fondamentale raccordo che sono le circoscrizioni. Il tutto per un mero calcolo elettorale”. Poi, come detto, c'è l'altro fattore emerso dalla conferenza stampa, ossia quello delle responsabilità dei dirigenti. Quando infatti il caso scoppiò nel gennaio scorso, con il consigliere del centrodestra Calabrese che, carte alla mano, disse che il numero di abitanti al quale fare riferimento era quello del censimento 2001 e non quello dell'anagrafe comunale, dagli uffici dissero che andava tutto bene com'era. Il funzionario Luciano Taborchi e il segretario Paolo Cristiano certificarono che cinque circoscrizioni era il numero esatto. “Gli abitanti di riferimento – scrissero – sono quelli del 2007”, ossia quelli dell'anagrafe. Poi ancora, nell'ultima commissione, l'assessore competente Ferranti e l'ex capogruppo del Pdci Faina chiesero a Taborchi se tutti gli atti fossero esatti. La risposta fu affermativa, tutti si fidarono e da lì alla pietra tombale messa mercoledì dal Tar il passo è breve. E se Franco Granocchia (Idv) parla di “leggerezza degli uffici” e afferma battagliero che “faremo vedere ai cittadini chi le ha volute le circoscrizioni e chi no”, Della Vecchia è più esplicito quando afferma che “qualche dirigente non ha fatto il suo lavoro”; così come Megha che chiede “un chiarimento all'interno della macchina comunale. Le sue responsabilità la politica se le prende, ma queste vanno divise con l'amministrazione”. Traduzione dal politichese: passate le elezioni, il “chiarimento” e le “leggerezze” prenderanno le sembianze di una ghigliottina che taglierà molte teste dalle parti degli uffici di palazzo dei Priori. Condividi