PERUGIA - Mettere in atto, nel più breve tempo possibile, tutte le misure idonee a sostenere i livelli occupazionali del territorio interessato dalla crisi Merloni. E' questa la sollecitazione che la Senatrice Anna Rita Fioroni ha lanciato ieri al Governo durante la discussione relativa ad un'interpellanza da lei stessa presentata.
"E' necessario - ha affermato - attrarre nuovi investimenti per salvaguardare i posti di lavoro e rivitalizzare il tessuto produttivo del territorio. Per questo - ha aggiunto - occorre accelerare le procedure per la stipula dell'accordo di programma con le regioni interessate ed approvare quanto prima il piano industriale per dare certezza a tutte le situazioni sospese".
In Aula la Senatrice ha anche ricordato che alle difficoltà per le popolazioni e le imprese colpite dalla crisi, si aggiungerà da giugno un'ulteriore aggravio: le rate per la restituzione della busta pesante. In considerazione della particolare difficoltà attuale ha pertanto rinnovato la richiesta, già avanzata al Governo dai Presidenti delle Regioni Umbria e Marche, di posticipare l'inizio dei pagamenti al 2010 e aumentare la quota di esonero dal 60 al 90%.
Rispondendo all'interpellanza, il Sottosegretario Romani aveva annunciato, a nome del Ministro Scajola, che i commissari dell'azienda sono stati autorizzati alla definizione del contratto di finanziamento (sul quale sarà concessa garanzia dello Stato) per un importo complessivo sino a 30 milioni di euro. Il Ministero inoltre avrebbe costituito un gruppo di lavoro tecnico finalizzato all'individuazione di programmi di riqualificazione e reindustrializzazione dei territori interessati dalle attività del gruppo Merloni.
"La fascia appenninica - ha commentato Anna Rita Fioroni - vive una vera e propria crisi nella crisi, come hanno sottolineato istituzioni locali e parti sociali durante la manifestazione del 15 marzo. La crisi della maggiore industria del territorio si inserisce infatti all'interno della più grave recessione internazionale degli ultimi decenni, la quale non manca di far sentire i suoi effetti anche su altri settori. Quasi mille operai in cassa integrazione solo a Nocera Umbra significa che un interno territorio è a rischio collasso".
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