Diritti, comunità, partecipazione. Non uno slogan, ma parole d'ordine e punto di riferimento per le politiche in ambito sociale adottate negli ultimi due anni dalla Regione Umbria: l'assessore regionale alle Politiche sociali, Damiano Stufara, ha aperto così la seconda edizione del Forum regionale sul welfare, in programma oggi e domani a Perugia, sintetizzando anche gli elementi principali del nuovo Piano di cui si doterà la Regione. Il documento - ha detto - determinerà con le sue novità, una rivoluzione del welfare regionale. In particolare, ciò avverrà con l'introduzione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. In pratica - riferisce una nota della Regione - si tratta di individuare i livelli essenziali di carattere sociale e indirizzare in questi ambiti le risorse disponibili universalizzando il sistema degli interventi. Tutto ciò comporterà una omogeneizzazione su tutto il territorio delle misure di contrasto della povertà e di sostegno al reddito. La proposta di nuovo Piano sociale e, di conseguenza la nuova legge regionale il cui titolo è ''Norme per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali'', prevede che i Comuni attivino sinergie per mettere a sistema le risorse stanziate nei singoli bilanci per la costruzione di una rete strutturata dei servizi. Sono previsti inoltre, interventi mirati a sostegno delle famiglie a rischio povertà e un'attenzione particolare alle politiche sociali per le persone, quindi per l'infanzia, l'adolescenza, gli immigrati, le giovani generazioni. La nuova programmazione si basa su vari aspetti, primo fra tutti la necessità di riformare il welfare umbro in maniera più appropriata al quadro dei nuovi bisogni sociali in continua evoluzione, poi la crescita delle esigenze dei cittadini dettata dalla crisi in atto, la riforma del federalismo fiscale che, con molta probabilità, comporterà alcuni sacrifici per l'Umbria che dovrà sostenerne l'impatto partendo dal presupposto che il Governo ha ridotto della metà i fondi destinati al sociale, costringendo la Regione a compensare incrementando le risorse del 104 per cento tra il 2005 e il 2009. In futuro - ha spiegato l'assessore - punteremo molto sulla gestione associata dei servizi sociali attraverso una nuova strutturazione delle 12 zone sociali inserite nella riforma endoregionale. Tutto ciò ci porterà verso un nuovo modello di ''governance'' in cui la Regione avrà un ruolo più deciso nel programmare su scala regionale e controllare che a livello locale si segua la stessa linea. Le risorse destinate al sociale non saranno più gestite dai singoli Comuni, ma confluiranno nel pacchetto dei fondi destinati ad ogni singola zona per una programmazione comune. In questo contesto avranno un ruolo importante il Terzo settore e il pubblico non statale. Condividi