Quasi 10 milioni di italiani hanno un rapporto 'rischioso' con l'alcol, vicino all'abuso almeno medicalmente parlando: sono soprattutto anziani e giovani tra i 18 ed i 24 anni e vivono al nord. Preoccupa però anche il rapporto con le sostanze alcoliche dei 'giovanissimi' sotto i 15 anni, che appare in crescita. Lo dice l'Istat nel rapporto 2008 su "Uso e abuso di alcol in Italia", precisando che secondo le 'Linee guida per una sana alimentazione' dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran), in accordo con le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), un consumo giornaliero non moderato di alcol corrisponde ad un eccesso di 2/3 unità alcoliche al giorno per l'uomo (l'unità alcolica corrisponde alla quantità di alcol contenuta in un bicchiere piccolo - 125 ml - di vino di media gradazione, o in una lattina di birra - 330 ml - di media gradazione o in un bicchierino di superalcolico - 40 ml), 1/2 unità alcoliche per la donna, 1 unità per gli anziani di 65 anni e più, qualsiasi quantità giornaliera per i minori di 11-17 anni. Per valutare in generale il grado di rischio connesso all'assunzione di bevande alcoliche, oltre a prendere in considerazione il consumo giornaliero non moderato di vino, birra o altri alcolici, si deve tener conto anche degli episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni (il cosiddetto 'binge drinking' molto in voga nei paesi del nord Europa, ma in larga diffusione anche tra i giovani italiani), che comportano comunque un assunzione di quantità eccessive di alcol. Il rischio risulta fortemente differenziato per sesso, fascia d'età, territorio e status sociale. Nel 2008 le persone con 11 anni e più con almeno un comportamento a rischio (consumo giornaliero non moderato o 'binge drinking') sono 8 milioni e 449 mila, di cui 6 milioni e 531 mila maschi (25,5%) e 1 milione 910 mila femmine (7%). Il consumo giornaliero non moderato riguarda il 15,4% degli uomini ed il 3,8% delle donne. Il 'binge drinking' riguarda il 12,1% dei maschi e il 2,8% delle donne. Considerando che le linee guida per una sana alimentazione sconsigliano l'assunzione di alcolici fuori pasto, se nell'indicatore di rischio si comprende anche l'assunzione di alcolici fuori pasto una o più volte la settimana (sebbene sarebbe più opportuno considerare le quantità di alcol consumate), per l'Istat dunque il numero di persone con almeno un comportamento a rischio salirebbe a 9 milioni e 868 mila (il 18,6% della popolazione di 11 anni e più): di questi 658 mila minori (6,6%), 906 mila in età 18-24 anni (9,1%) e 3 milioni e 103 mila anziani (31,4%). Le fasce di popolazione in cui i comportamenti a rischio sono più diffusi sono gli anziani di 65 anni e più (il 46% degli uomini contro l'11,2% delle donne, per un totale di 3 milioni 37 mila), i giovani di 18-24 anni (il 23,7% dei maschi e 6,8% delle femmine, per un totale di 643 mila); i minori di 11-17 anni (il 18,2% dei maschi e il 12,2% delle femmine, pari a 635 mila persone). In particolare sono i giovani tra i 18 ed i 24 anni i più soggetti al 'binge drinking' (22,1% dei maschi e 6,5% delle femmine). Quanto ai 'giovanissimi' minori di 15 anni, l'Oms raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino a quell'età: per questo per i ragazzi tra 11 e 15 anni viene considerato come comportamento a rischio il consumo di una sola bevanda alcolica durante l'anno (ma anche tra i ragazzi di 16-17 anni il quadro della diffusione di comportamenti di consumo a rischio è "piuttosto critico"). In quest'ottica, le quote di popolazione a rischio sono molto rilevanti e con differenze di sesso meno evidenti che nel resto della popolazione: 19,7% dei maschi e 15,3% delle femmine. Dal punto di vista territoriale i comportamenti a rischio risultano maggiormente diffusi nella popolazione residente nel Nord Italia: in particolare risulta sopra la media la quota di popolazione a rischio residente nel nord-est (il 29,7% dei maschi e il 8,4% delle femmine) e nel nord-ovest (il 27,6% dei maschi e l'8,4% delle femmine). Nelle Isole la percentuale si riduce invece notevolmente (il 18,3% dei maschi e il 3,6% delle femmine), ma in alcune regioni si hanno quote di popolazione a rischio sopra la media: Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Sardegna per gli uomini, Toscana, Umbria e Molise per le donne. Attenzione, infine, alla cattiva educazione: l'abitudine al consumo non moderato di bevande alcoliche da parte dei genitori sembra influenzare il comportamento dei figli. Condividi