Una storia troppo importante e utile per essere rottamata.
Cari Compagni, cari Umbertidesi, vorrei dare a tutti una spiegazione della mia candidatura nata non da ambizione personale, o protagonismo ma solo da una convinta scelta di parte, dalla ferma volontà di difendere una storia collettiva troppo importante per essere rottamata nel silenzio. Per la mia età appartengo ad una cultura politica dove le scelte si discutevano e si facevano insieme, nelle sezioni, nelle piazze e nelle istituzioni. Troppo vivo il ricordo di “uomini della provvidenza”, “uomini soli al comando” per accettare atteggiamenti simili dopo 70 anni, troppo grande l’abitudine alla partecipazione e alla trasparenza che ci hanno insegnato i nostri Padri Costituenti. Si può discutere sul merito di tante decisioni ma non sul metodo che deve essere sempre democratico e partecipato. Per quello che mi riguarda a 18 anni ero già iscritto al Pci, a 20 anni sono stato eletto consigliere comunale per la prima volta. Una carica che ho poi ricoperto altre due volte con i sindaci Cavalaglio, Sonaglia e Rosi. Nel mio lavoro in fabbrica ho sempre partecipato alla battaglie per la conquista dei diritti dei lavoratori insieme ai compagni della Cgil. Il Pci era all’opposizione ma riusciva a conquistare leggi importanti come la legge sul divorzio, quella sull’aborto, sul Servizio Sanitario Nazionale, sulla chiusura dei manicomi e sullo Statuto dei diritti dei Lavoratori. Nella mia attività sindacale come in quella di milioni di lavoratori, l’articolo 18 è sempre stata una difesa, una protezione da ingiusti e arbitrari licenziamenti. Sempre negli anni 70 sono stato a lungo segretario della sezione “Giuseppe Di Vittorio”, membro del Direttivo comprensoriale e del Comitato Federale del Pci. L’aver partecipato con tanti compagni a spingere il carro del progresso e dei diritti dei lavoratori è stato un impegno che ha mi ha formato e fatto crescere politicamente e umanamente. Ora, raggiunta la pensione vedo tutto quello in cui avevo creduto e per cui avevo lottato “rottamato”, buttato via da chi in passato quel carro del progresso e dei diritti non ha mai contribuito a spingere come Renzi e il Giglio Magico. Vedo rottamato l’art.18, vedo umiliati i diritti dei più giovani a costruirsi un futuro, vedo continui tentativi di snaturare la Costituzione. Il tutto portato avanti con arroganza e disprezzo nei confronti di chi ha costruito l’Italia e reso grande il Pci prima con la Resistenza, poi con la Costituzione, infine con la lotta al terrorismo nero e a quello delle Brigate rosse. Scusate la franchezza ma per uno come me che ha vissuto la fase politica di Enrico Berlinguer sarà sempre impossibile capire uno come Renzi e i suoi seguaci del Giglio Magico ovunque essi siano, anche ad Umbertide. E’ naturale, spontaneo, sposare la causa di questi lavoratori, di questi giovani, di riproporre gli antichi valori della solidarietà e della giustizia sociale. Ringrazio Liberi e Uguali di Umbertide che mi ha dato questa possibilità. Mai avrei pensato che nella nostra Città potesse succedere un evento come quello che ci ha portato al commissariamento del Comune. E’ il frutto dell’individualismo, della sostituzione della politica del confronto e della partecipazione con quella dell’arroganza, della ricerca del potere ai fini personali, delle furbizie. Fino a qualche anno or sono Umbertide era abituata a discutere, a confrontarsi sulle scelte collettive. Nelle sezioni si discutevano i progetti e le realizzazioni della amministrazione. Questo significa confronto e partecipazione. Mai a nessuno è passato per la testa di andare dal notaio per far cadere una giunta o un avversario politico. I Comunisti hanno sempre fatto le proprie battaglie alla luce del sole nelle fabbriche, nelle scuole e nelle piazze. Umbertide per la sua storia e per il ruolo politico che ha rappresentato in Umbria non si meritava questo inciucio con la destra che ha portato al commissariamento. Ecco, per testimoniare la nostra storia e i nostri valori, per protestare contro questi “rottamatori” capaci solo a distruggere quanto fatto dai loro predecessori ho deciso di accettare la candidatura. Il 10 giugno vi chiediamo un voto che rappresenti un segnale di impegno e di incoraggiamento. Un voto che rappresenti una profonda
riflessione collettiva su quello che è avvenuto ad Umbertide e a livello nazionale. Lo so che di questi tempi chiedere impegno collettivo può
risultare noioso ed inutile. Ma cosa volete farci: i militanti del Pci hanno sempre fatto così e i risultati positivi si sono visti. Fate leggere queste mie riflessioni ai compagni più giovani, criticatele pure ma non consegnate a scatola chiusa le chiavi di Umbertide a chi ha dimostrato di essere senza storia e senza memoria. Come diceva Berlinguer andiamo “casa per casa, strada per strada” parliamo con i Cittadini del futuro di Umbertide, del nostro futuro. Questo impegno Umbertide se lo merita."

Osvaldo Chiavini
Classe 1939, militante comunista
Candidato con Liberi e 
Uguali - Umbertide.

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