di Roberto Monicchia.

Credo che Mattarella sia andato oltre le sue prerogative: è vero che deve firmare la lista dei ministri, ma il veto deve avere motivazioni di opportunità isituzionale; l'esempio è Previti proposto da Berlusconi (di cui era avvocato) come Ministro della giustizia e rifiutato da Scalfaro. In questo caso, ammesso e non concesso che Savona fosse un sostenitore dell'uscita dall'euro, questa sarebbe una posizione politica (per quanto non condivisibile), non certo una violazione costituzionale, e quindi non passibile di censura da parte del presidente, che può benissimo svolgere fino all'ultimo la sua moral suasion, ma non imporre nomi o ultimatum. A meno che, e questo è il discorso sottinteso più o meno consapevolmente ai tanti appelli pro Mattarella di queste ore, si ritengano i trattati europei non un impegno sottoscritto liberamente ma un vincolo perenne e immodificabile. Con due effetti già piuttosto evidenti. 1) dare ragione a chi sostiene che la sovranità popolare non è regolata dalla costituzione ma da organismi sovranazionali non eletti e (apparentemente) tecnici, a loro volta imperniati su regolamenti e principi (come il 3% del rapporto deficit /pil) che sono stati ripetutamente ignorati quando questo serviva; 2) ridurre l'identità della sinistra (il Pd, per settimane allegramente fermo con il pop corn in mano dietro al suo grande statista, sembra risorgere a nuova vita) ai difensori di uno status quo che è forte con i deboli (la Grecia, ora l'Italia) e debole con i forti (vedi dati dell'export tedesco da anni abbondantemente sopra i "parametri" di equilibrio). Noto inoltre, ad un livello più generale, che l'Europa reagisce in una maniera molto violenta quando vengono messe in discussione scelte economiche la cui efficacia è tutt'altro che dimostrata, mentre si dimostra molto più flessibile rispetto a patenti violazione di principi e valori che qualsiasi democratico considererebbe inviolabili: mi riferisco ovviamente all'Ungheria apertamente razzista e xenofoba. Perché mai dovremmo farci difensori a oltranza di questo sistema?
E' suicida reagire alla sconfitta e all'impotenza allineandosi a quei poteri e a quelle politiche che hanno contribuito grandemente ad creare questa situazione. Continuando su questa linea nessuna delle sinistre in campo sopravviverà né a livello elettorale né a livello politico.

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