di Andrea Colombo.

Da tempo immemorabile, ben oltre i vent'anni, ripetiamo con monotonia saccente che la destra vince perché la sinistra la insegue sul suo terreno, le dissoda il terreno, non fa la propria parte. Aaahhhhh se la sinistra facesse la sinistra...
Però è una balla, superficiale e consolatoria. La verità è che quando la sinistra prova a fare la destra il suo porco 18% alle elezioni se lo porta a casa. Quando decide di "fare la sinistra" è grasso che cola se raccatta un cospicuo 4%. Finisce che con l'1% si brinda e ci si scambiano compiaciute pacche sulle spalle. Roba forte, compagni!
Non è l'offerta che latita. E' la domanda che non c'è. Di questo sarebbe il caso di chiacchierare ogni tanto. Del perché diseguaglianze che a noi sembrano intollerabili fanno meno scandalo e meno rabbia di un'auto blu di troppo. Del perché la pratica quotidiana del neoschiavismo inorridisce gli schiavizzati stessi meno del costo di un panino alla buvette o dell'ammontare del vitalizio di qualche ottuagenario.
Non è che io abbia la risposta, e conosco a memoria il catalogo di quelle d'ordinanza, dall'egemonia culturale esercitata grazie alle Tv del porcaccione al tradimento dei chierici della sinistra.
Immagino però cosa risponderebbe uno che, pur con la camicia bruna, il suo lavoro di propagandista lo sapeva fare. Per mobilitare e infiammare ci vuole un nemico. Un nemico riconoscibile: non "il razzismo", non la "xenofobia", non "il precariato". Un nemico indicato senza tregua, ogni giorno e in ogni discorso. Non come tema tra tanti. Noi oltre l'antifa', di cui fortunatamente frega quasi niente a quasi nessuno, non siamo in grado di andare.
Immagino anche che qualcuno, magari meno torvo del dottore nazista di cui sopra, aggiungerebbe che bisogna essere in grado di far sognare. Ma non mi viene in mente niente di più noioso e lontano da un sogno di un'assemblea di sinistra. Dal Pd a PaP senza escludere proprio nessuno.

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