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“I contraccolpi della crisi economica e finanziaria globale colpiscono pesantemente anche le imprese commerciali e turistiche dell'Umbria alle prese con il calo dei consumi, l'aumento dei costi aziendali e una maggiore difficoltà nell'accesso al credito, unitamente al generale clima di incertezza delle imprese e dei consumatori nei confronti del futuro”. Così ieri la Confesercenti Umbria durante la propria giunta regionale in seduta aperta alla stampa per discutere della situazione delle aziende umbre. Confesercenti che ha poi sottolineato come, da un'analisi effettuata dall'ufficio economico di Confesercenti dell'Umbria, "nell'anno 2008 si registra un preoccupante saldo negativo tra imprese iscritte e cessate". Solo nel settore che raggruppa bar, piccoli negozi e alberghi, negli ultimi due anni hanno chiuso i battenti in 517. Il record di chiusure, 162, spetta ad alimentari e drogherie. Il che conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, come la grande distribuzione abbia fatalmente (?) massacrato la piccola. La prospettiva per il settore, tra cinque anni, farebbe registrare un pesante meno 1128. “E' necessario adottare misure efficaci per contrastare questa crisi che appare sempre più pericolosa - spiega Confesercenti - e che, come evidenziano i dati della nostra rilevazione, sta colpendo in maniera significativa anche le piccole e medie imprese del commercio e del turismo”. Se dunque, come visto prima, al bancone dei piccoli market non si ride, non se la passano meglio quelli delle recption. In due anni infatti il settore in Umbria ha fatto registrare 88 chiusure su un totale delle strutture che sono 4093. Mica robetta Secondo Confesercenti “occorrono, innanzitutto, misure a livello nazionale per ridare respiro ai consumi, capacità di spesa e fiducia alle famiglie, unitamente a interventi di sostegno alle piccole e medie imprese per l'accesso al credito e riduzione della pressione fiscale, anche riparametrando gli studi di settore che sono basati su un andamento dell'economia ben lontano dalla situazione attuale”. Condividi