di Andrea Colombo.

Questa storia per cui i ministri li nomina il presidente della Repubblica andrebbe chiarita, perché a leggere i quirinalisti sembra che si tratti di un monarca più che di un presidente. E' ovvio e già successo parecchie volte che, se a un presidente un ministro proposto pare per qualche motivo inopportuno, ne chieda la sostituzione. Però non significa che spetti al presidente deciderne l'orientamento politico.
Non è che sia nelle prerogative del capo dello Stato cassare un ministro dell'Economia dopo l'altro finché non spunta un nome che la pensa come lui e all'opposto della maggioranza politica. Scalfaro chiese che Previti non fosse ministro della Giustizia perché l'avvocato di Berlusconi non poteva fare il guardasigilli, mica perché considerava inaccettabili le posizioni di quel governo sulla Giustizia.
Il veto su Savona perché non gradito dalla Ue secondo me è grave. Però, essendo appunto prerogativa del presidente non nominarlo, Salvini dovrebbe non far saltare tutto ma proporre un altro nome sulle stesse posizioni. Non sta né in cielo né in terra che a decidere chi occupa il ministero chiave sia non il governo ma il presidente della Repubblica, chiesto e ottenuto il permesso da Bruxelles.

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