Umbrialeft continua la pubblicazione dei tratti salienti dei vari interventi dei consiglieri regionali letti stamattina, quando il Consiglio ha approvato le due modifiche allo statuto che fissano il numero dei consiglieri (trenta) e degli assessori (che dovranno essere al massimo otto). Roberto Carpinelli (Pdci) ''Dobbiamo chiarire chi vuole veramente ridurre il numero dei consiglieri e chi invece vuole portare a termine un'operazione diversa. Non votai lo statuto - ha ricordato Carpinelli - e neppure la legge elettorale, ed entrambi potrebbero rimanere come sono. La legge elettorale ha dimostrato i suoi limiti alle scorse elezioni, quando a causa dei 'troppi' voti presi dalla coalizione di centrosinistra non scattarono i 6 nomi del listino ma soltanto 3. Se i 6 componenti del listino fossero stati tutti eletti oggi la maggioranza disporrebbe del 67 per cento dei consiglieri di quest'aula. Il listino andrebbe cancellato perché genera un meccanismo schizofrenico. La storia politica dell'Umbria non può portare ad una legge fatta per eliminare le forze politiche minori. Se la fase attuale è cambiata e questo ci porta a modificare lo statuto, non dobbiamo fermarci qui: ci sono molti settori che possono essere razionalizzati e riorganizzati, ad esempio la sanità, con la riduzione di asl e aziende ospedaliere. Se il Partito democratico - ha infine osservato Carpinelli - fosse davvero ostaggio, come dice la destra, dei piccoli partiti alleati, oggi avremmo preteso l'approvazione di un documento mirato ad ottenere garanzie sulla prossima legge elettorale, ma questo non è successo''. Enrico Melasecche (Udc) ''Non ci piacciono le prove muscolari come quella cui stiamo assistendo, sia che provengano dal centrodestra che dal centrosinistra. La destra sta sbattendo la testa contro il muro: Forza Italia e Alleanza nazionale avevano voluto l'aumento del numero dei consiglieri con il nuovo statuto. Sulla legge elettorale ci confronteremo''. Andrea Lignani Marchesani (Pdl) "L'architettura istituzionale è una cosa seria, non una contingenza elettorale ma una prospettiva di lungo periodo. La stagione statutaria - ha ricordato - era improntata all'inizio verso la creazione di una forte identità regionale, che potesse dare valore alle esigenze sociali e culturali dell'Umbria in uno Stato che si avvia verso il federalismo. Nel 2004 c'era buona fede, e non mi vergogno di avere votato a favore dell'aumento a 36 dei consiglieri, perché la Regione andava adeguandosi al presupposto presidenzialista: il presidenzialismo vero è ben diverso da questo semipresidenzialismo che svuota le assemblee, concentrando i poteri sull'esecutivo senza adeguati contrappesi. In questa direzione non c'è necessità di avere 36 consiglieri. Bisogna prevedere un mix tra quelle che sono le scelte e la rappresentatività elettorale. Ma una legge siffatta va a comprimere il ruolo dei consiglieri, e il 'bloccato' incide troppo: molte liste eleggono solo un consigliere ed altre, al massimo, tre o quattro". Mauro Tippolotti (Sinistra per l'Umbria) ''La vera questione è rappresentata dal rapporto tra esecutivo ed assemblea elettiva, e va garantito al consiglio di svolgere la propria funzione in piena autonomia rispetto alla giunta. La centralità e la produttività del consiglio non dipende dal numero dei componenti dell'assemblea o della giunta. Finché il destino dell'assemblea è legato a quello della giunta (dato che le dimissioni del presidente portano allo scioglimento del consiglio) l'autonomia dell'assemblea legislativa sarà limitata''. Condividi