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di Daniele Bovi La crisi morde l'Umbria e c'è bisogno, urgente, di misure concrete che la contrastino. Un ventaglio di proposte le hanno presentate questa mattina con una conferenza stampa il coordinatore comunale del Pdci Cesare Megha e il responsabile del partito per l'area lavoro Sergio Galezzi. Lo strumento è quello di una mozione da presentare in Consiglio regionale con la speranza, dicono loro, che venga presto calendarizzata ed approvata. "La politica - dice Megha - deve dare risposte concrete per combattere la crisi economica che non risparmia di certo l'Umbria. Queste misure che andiamo a presentare sono una prima risposta". Per Galezzi, invece, l'intervento della Regione a sostegno dei redditi è un fatto "positivo ma non sufficiente. Il 40 per cento delle famiglie con un reddito medio-basso non arrivano alla fine del mese. Tutto ciò in uno scenario dove sono aumentati i prestiti per acquistare cibo. Le regioni, a questo punto, devono fare la ploro parte. Lo statuto (che sta impegnando il Consiglio in questi giorni con una lunga discussione, ndr) è di certo una cosa importante, ma non so quanto freghi alla gente qui fuori. Le misure che andiamo a presentare - dice - vanno approvate alla svelta. Il rischio è quello di intervenire quando non ci sarà più nulla su cui intervenire". L'ELENCO DELLE PROPOSTE CONTENUTE NELLA MOZIONE 1)chiedere urgentemente la convocazione di un Consiglio regionale tematico che analizzi la crisi e definisca strumenti di intervento immediato e di medio periodo; 2)riconsiderare, entro 90 giorni, il DAP 2008 alla luce dei nuovi dati scaturiti dall’attuale stato di cose; 3)definire strumenti di intervento e di politiche dei redditi che redistribuiscano risorse dai ceti medio – alti ai ceti più deboli, usando tutti gli strumenti a disposizione; 4)concentrare tutte le risorse dei Fondi Europei negli anni 2009/2010, rendendole immediatamente spendibili a favore sia del sostegno dei redditi dei lavoratori colpiti dalla crisi, in particolare delle fasce non coperte da alcun ammortizzatore sociale (piccole imprese, artigiani, precari, piccolo commercio ecc.), sia per intervenire a favore di nuove logiche di sviluppo produttivo e occupazionale; 5)istituire un osservatorio che recuperi tutti i dati economico - sociali e li renda disponibili in un’unica fonte in modo da avere il quadro esatto dell’evolversi della situazione, e poter quindi programmare gli interventi necessari; 6)creare, sulla base dei dati reperiti dall’osservatorio di cui sopra, una task – force che elabori ed indirizzi, in tempi stretti, le risorse disponibili su progetti spendibili immediatamente sia a sostegno dei redditi, sia a definire politiche di rilancio produttivo, e che sostenga ed aiuti soprattutto alle piccole e medie imprese nei processi riorganizzativi, ripensando, in tal senso, i ruoli delle Agenzie regionali e delle funzioni e ruoli della tecnostruttura regionale. Deve iniziare inoltre ad elaborare, assieme a tutte le forze sociali e politiche e recuperando un nuovo rapporto fattivo con l’Università, nuovi indirizzi per la riforma del welfare e della tecnostruttura regionale; 7)A definire, in accordo con gli enti territoriali, un piano casa che recuperi e risani il patrimonio edilizio obsoleto esistente secondo criteri di eco compatibilità e di risparmio energetico, iniziando dall’edilizia pubblica popolare. Condividi