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E’ finalmente terminata l’epoca delle case matte. Non ci saranno più rocche forti da difendere, botteghe chiuse al pubblico con i proprietari serrati all’interno. Questa certezza mi viene dalle valutazione personali che ho tratto dalla mia partecipazione alla giornata passata a Terni col nostro Segretario nazionale Paolo Ferrero. Non avevo mai vista tanta partecipazione, non era mai accaduto, che un operaio davanti ai cancelli della Tyssen Krupp, dopo un breve attimo di smarrimento dovuto all’emozione di ricevere un volantino dalle mani del suo Segretario Nazionale dicesse: “ non ci abbandonate, aiutateci, ci sentiamo ostaggio del sistema, da soli non riusciremmo a farcela.” L’inaugurazione poi, della nuova sede della Federazione provinciale di Terni, sita ora in via G. Vitalone 18, in prossimità dell’Ipercoop, è stata senza enfasi aggiuntive commovente. Questa, seppur grande, “troppo grande secondo il severo giudizio di una parte dei suoi dirigenti”, non è riuscita a contenere al suo interno tutti gli intervenuti all’evento, Damiano Stufara e Paolo Ferrero non riuscivano con una bottiglia di spumante per mano a riempire i tanti bicchieri, sembravano dei barman globtrotters. Già questo sarebbe sufficiente per confortare gli sforzi profusi per l’organizzazione, ma la sera alla cena destinata all’autofinanziamento dell’incalzante campagna elettorale, il mio stupore ha raggiunto livelli paradossali. Nella mensa della Polymer che ci ospitava eravamo in 320 persone e all’ingresso di Paolo Ferrero è partito un applauso interminabile che si è prolungato quando è entrato nella sala il nostro segretario regionale Stefano Vinti, accompagnato da una consistente rappresentanza di compagni perugini. Durante la consumazione della cena nessuno dei commensali badava alla qualità dei piatti seppur ottima, ogni tavolo sembrava un laboratorio di idee e proposte. Mentre Paolo Ferrero, salito su un palco improvvisato ha iniziato il suo discorso, la gente muovendo le labbra sembrava ripetere a memoria le sue parole e quando questi verso la fine del discorso ha detto che il nostro compito non si esaurirà con la captazione di voti, ma a questa dovrà seguire una difficile lotta per innalzare il livello della conflittualità e di vertenze contro il modello delle destre, dai tavoli si è levato un potente : “è vero” che ha fatto tremare i vetri della sala mensa . Da li ho capito che il nostro partito è uscito dalle sue stanze. Ora non ho più paura di niente. Condividi