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PERUGIA - Urge una soluzione per lo smaltimento delle terre e delle rocce da scavo. E' quanto sollecita Cna Costruzioni lanciando, tramite Daniele Sarnari responsabile della federazione di Perugia. 'Gli artigiani - evidenzia l'esponente sindacale - sono pronti a mettere in moto manifestazioni eclatanti per evidenziare il proprio dissenso rispetto all'inerzia delle istituzioni. Da oltre 2 anni - spiega - stiamo segnalando il problema nei vari territori rapportandoci con le amministrazioni comunali e con la regione, nell'area del Trasimeno, a Foligno, a Perugia, a Spoleto, senza alcuna risposta certa. Abbiamo compreso il senso delle norme che impongono la necessita' di effettuare controlli per verificare il possibile inquinamento dei materiali derivanti da scavi pertanto ne stiamo sopportando i costi, che non sono, peraltro, aleatori. La domanda che poniamo percio' alle amministrazioni e' 'perche' non vengono individuati nei diversi territori siti idonei per lo smaltimento?'. Per Sarnari 'stiamo parlando di materiale che nella grande maggioranza dei casi non e' inquinato ne' inquinante, si tratta di terra e rocce asportate dal terreno per la realizzazione delle fondazioni di nuovi edifici industriali o residenziali'. La riflessione proposta da Cna Costruzioni e' che lo smaltimento degli inerti, aggiungendosi ad altre problematiche, sta aggravando la crisi del settore costruzioni, bloccando o ritardando la realizzazione di nuovi edifici, nonche' l'apertura di cantieri e lavori pubblici gia' affidati ma che prevedono l'asportazione di materiale che poi non si puo' smaltire. 'Negli anni passati - ricorda Sarnari - tali materiali venivano spostati da un terreno fabbricabile ad uno agricolo, magari per rialzarlo o livellarlo con i terreni limitrofi. Successivamente sono stati utilizzati principalmente come materiale di riempimento delle cave esaurite o in via di esaurimento. Oggi la materia da alcuni viene collegata strettamente con la regolamentazione dell'apertura di nuove cave. Ai nostri artigiani che svolgono l'attivita' di movimento terra l'apertura di nuove cave interessa marginalmente, in maggioranza si tratta di piccolissime imprese la cui sopravvivenza e' messa in discussione dall'impossibilita' di smaltire in siti idonei ed a prezzi congrui il materiale prodotto dalle lavorazioni effettuate'. 'Dietro ad ogni impresa - rimarca - ci sono famiglie che vivono del lavoro dell'impresa stessa, pertanto non comprendiamo l'inerzia delle istituzioni rispetto alla soluzione del problema. Soprattutto in questo momento di difficile e di prolungata crisi economica le istituzioni dovrebbero stare, ed in alcuni casi stanno, accanto alle imprese'. In mancanza di una soluzione a breve, annuncia Cna Costruzioni 'saremo costretti ad indire una manifestazione del tipo 'escavatore lumaca' lungo le principali vie di comunicazione dell'Umbria per far comprendere la drammaticita' del problema all'opinione pubblica'. Condividi