di Daniele Bovi Con Carla Spagnoli assente causa "impegni di lavoro", il match organizzato dal Comitato per la sicurezza dei cittadini e la legalità di Perugia presieduto da Adelio Gagliardi è stata una roba per soli maschi. Pino Sbrenna per il Pdl e Wladimiro Boccali per il Pd si sono divisi la scena del cva di Madonna Alta in quasi tre ore di incontro serrato davanti a circa 150 persone. Il tutto moderato dall'ex direttore del Corriere dell'Umbria Federico Fioravanti. L'incontro tuttavia non è mai degenerato in scontro. Pacati i contendenti che a tratti hanno pure amoreggiato tra un "diamoci una mano" e un "questo non è materia di campagna elettorale". Alla fine, si può tranquillamente dire che il match sia finito in pareggio. E a proposito di campagna elettorale la discussione finisce subito sullo slogan che da un paio di giorni campeggia sui manifesti del candidato della Pdl e che recita: "Sbrenna sindaco subito". L'ex consigliere regionale della Balena Bianca come papa Woyjtila? Andiamoci piano. "Non sono - dice Sbrenna - così presuntuoso". Sotto al "sindaco subito" c'è scritto pure "rifondiamo la città". Uno pensa al significato delle parole e rifondare significa che una cosa è da radere al suolo per essere poi ricostruita su basi migliori. "Con quello slogan - precisa Sbrenna - voglio dire che la città va ripensata dalle sue fondamenta. La situazione è largamente insufficiente ed è ora di agire". Futuro e apertura sono invece i due tasti su cui martella maggiormente la campagna di Boccali. "Abbiamo bisogno - dice - di pensare ad una città nuova. Dobbiamo avere l'ambizione di fare un qualcosa in più rispetto a quello che è stato fatto. Ed anche se, come penso, fino adesso questa non è stata un'amministrazione chiusa, c'è bisogno di più apertura. La partecipazione al governo democratico è uno dei temi del futuro". Futuro: la parola magica spesso evocata dai due. Una sorta di obamiano change in salsa nostrana. Comunque sia, tutti e due i candidati guardano al futuro, sebbene con occhi diversi e con culture diverse. "Io - dice Sbrenna proprio a proposito della cultura politica, delle radici -, sono sempre stato un uomo della sinistra democristiana. Non sono mai stato a destra e non sto a destra. Quando ho accettato la candidatura - rivendica orgoglioso - ho messo in chiaro che si sarebbe dovuta rispettare la mia cultura politica". Il profilo potrebbe essere quello classico di un margheritino, di un piddino legato al cattolicesimo insomma. Dalla parte in cui si trova - dice lui stesso - ci si è trovato perché in tanti anni il disaccordo con le forze che hanno governato l'Umbria era troppo profondo. Comunque sia, a destra, a sinistra o alcentro, Pino non si sente vecchio. O meglio, non sente di rappresentare il vecchio: "Ho fatto politica per più di trent'anni, poi per altri dieci ho deciso di tornare al mio lavoro ed a guardare dalla strada quello che succede nei palazzi. E proprio guardando quello che succede, ho deciso di rientrare in gioco candidandomi". L'accusa di essere vecchio è stata lanciata anche nei confronti del 38enne Boccali. Figlioccio dell'attuale sindaco Locchi, uomo che è nelle istituzioni da 20 anni: questo gli è stato detto. Ma a lui la cosa sembra non interessare: "Queste cose non mi affascinano per niente. Non farò di certo battaglie generazionali". Condividi