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Saranno gli esperti di accusa, difesa e parte civile che hanno svolto le consulenze sulle cause della morte di Francesco Narducci e sulla compatibilità del cadavere ripescato al lago Trasimeno il 13 ottobre del 1985 con quello del gastroenterologo, ad essere sentiti, il 3 giugno prossimo, nell'ambito dell'udienza preliminare che vede imputate 22 persone per presunte irregolarità compiute in occasione del ritrovamento del cadavere del medico perugino. Davanti al gup compariranno i consulenti del pm, il professor Giovanni Pierucci (che ha eseguito l'esame autoptico sul corpo di Narducci), il responsabile del Ris di Parma, colonnello Luciano Garofalo (autore della perizia antropometrica), ed il medico legale Gabriella Carlesi. Per la difesa saranno sentiti Carlo Torre, Nello Balassino e Giuseppe Fortuni. Per la parte civile, infine, il professor Mauro Bacci e il dottor Massimo Ramadori. Il gup ha anche respinto oggi l'eccezione di incompetenza territoriale che era stata avanzata dai legali di un altro degli imputati nel procedimento, il giornalista Mario Spezi. Tra le 22 persone per le quali il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio anche familiari del gastroenterologo, pubblici ufficiali, appartenenti alle forze dell'ordine e altri soggetti. Nel fascicolo sono stati contestati a vario titolo 22 capi d'imputazione per reati quali falso, omissione d'atti d'ufficio, occultamento di cadavere e altri. Tutti gli imputati hanno sempre respinto le accuse. La parte centrale dell'inchiesta riguarda una presunta associazione per delinquere della quale sarebbe stato promotore e organizzatore Ugo Narducci, padre del medico trovato morto. Il sodalizio avrebbe operato - secondo la ricostruzione accusatoria - dal giorno della scomparsa del gastroenterologo fino a dopo il luglio del 2004 per cercare di sviare gli accertamenti sulla morte. In particolare per evitare che si ipotizzasse un omicidio legato alle vicende del mostro di Firenze. Secondo il pm Giuliano Mignini, Narducci sarebbe stato in qualche modo legato ''almeno'' agli ultimi quattro duplici omicidi avvenuti in Toscana. I familiari di Narducci hanno sempre sostenuto, invece, che il medico era del tutto estraneo alle vicende del ''mostro di Firenze''. Condividi