Premessa
La crisi economico-finanziaria, che ha una sua dimensione globale ma effetti drammatici anche sul nostro territorio, costituisce come è ovvio, la base delle scelte politiche per le prossime amministrative, soprattutto per una coalizione di centro-sinistra, per la quale il tema di fondo è, e sempre rimarrà, la tutela delle condizioni di vita e di esistenza delle classi sociali più deboli, con la necessità di una maggiore attenzione ai contenuti e ai principi ispiratori delle scelte politiche specifiche sui diversi temi.
Abbiamo già constatato come, purtroppo, la portata della crisi economica abbia determinato un arretramento senza precedenti nella storia rispetto alle conquiste date fin qui per scontate. Un arretramento non progressivo, ma improvviso e violento che, in pochi giorni, ha riportato il mondo, l'Italia e Perugia a prendere atto di licenziamenti di massa, della precarizzazione dell'esistenza per i cittadini, e dell'esclusione di ogni diritto.
Il governo Berlusconi ha risposto alla crisi con misure deboli e insufficienti, preoccupato solo di non togliere potere e profitti ai grandi gruppi economico-finanziari e speculativi - di cui è espressione - rimanendo totalmente indifferente alla crescita del disagio sociale. E' perciò fondamentale che il programma del governo della città, pur consapevoli che per uscire dalla crisi sarebbe necessaria una strategia nazionale ed europea, preveda alcune operazioni tese alla sostanziale invarianza tariffaria per i servizi alla persona, all’ampliamento delle fasce d'esenzione per le famiglie più deboli, alla creazione (d'intesa con gli altri enti locali) di fondi di solidarietà e ammortizzatori sociali efficaci per coloro che perdono il lavoro, e alla difesa del potere d'acquisto dei redditi più bassi contro il carovita per i generi di largo consumo, nell'ottica di accorciare la filiera e valorizzare i prodotti del territorio.
I. Perugia è il capoluogo
E' la conseguenza della storia della città e l'effetto di un’azione protetta nel tempo e che ne ha esaltato la capacità di essere degna di questo particolare appellativo, cioè essere capoluogo. In particolare dall'Unità d'Italia in avanti e con l'avvio della stagione costituente della Regione dell'Umbria.
Questo ruolo per un lungo periodo ha suscitato grandi speranze, ampio coinvolgimento di tutta la sua classe dirigente, adesione forte e propositiva delle istanze culturali e scientifiche, che hanno fatto di Perugia, a partire dalla nascita dell'Università degli Studi, un prestigioso punto di concentrazione di studiosi, ricercatori, artisti che l'hanno qualificata come "città di eccellenza".
Non si è sempre trattato di un percorso unitario e agevole: talvolta incertezze, titubanze, ritrosie hanno ritardato la continuità di un processo collaborativo di alto spessore e di fattiva operatività, senza però mai perdere di vista tali potenzialità di ruolo e di obiettivi strategici di fondo. Determinante è stata, come detto, la nascita dell'Istituzione regionale, tanto che sul nuovo terreno della capacità programmatoria e legislativa della Regione dell'Umbria venne, in maniera concordata e a livello territoriale, condivisa la valorizzazione del diffuso policentrismo umbro incardinandolo sulla indispensabile e primaria azione sinergica della Regione e di Perugia, suo capoluogo. Alla luce del nuovo scenario nazionale e internazionale, si è aperto oggi però un periodo di gravissimi rischi e difficoltà da cui recuperare a pieno titolo e con efficacia quella che è la carta decisiva per riconfermare, non solo per definizione ma per ruolo effettivo, la sostanza di Perugia capoluogo dell'Umbria e di città del mondo, con l’attivazione di una costante capacità di diplomazia istituzionale che susciti alleanze e accantoni provincialismi e contrapposizioni. Vogliamo lasciarci alle spalle un periodo confuso e incerto tra sindrome da accerchiamento e contrasto territoriale, per occuparci di altre emergenze territoriali e istituzionali. E Perugia deve innanzitutto puntare sulla forza delle sue idee che vanno a vantaggio dell'Umbria intera, condizione imprescindibile per essere protagonista sia nel centro Italia, sia nella più ampia dimensione nazionale e internazionale, nella quale si trova ad essere referente apprezzata e riconosciuta per il forte tramite propositivo e trainante delle sue istituzioni di altissimo profilo culturale e scientifico (Università degli Studi, Università per Stranieri, Conservatorio di Musica, Accademia di Belle Arti).
I cittadini di Perugia si aspettano che l'indirizzo, la valorizzazione e il coordinamento di queste grandi e oggettive risorse, vengano ripresi con nuovo vigore dalla nuova Amministrazione comunale, e che questa scelta non possa mancare nei progetti di sviluppo per la città del futuro che deve dimostrare capacità analitica, propositiva e progettuale di coloro che nella classe dirigente e tra le migliaia di giovani intellettuali, da sempre sono stati fattore essenziale di sviluppo civile ed economico. Per far questo non basterà attenersi a mere enunciazioni di principio: l'Amministrazione dovrà porsi il compito di promuovere e favorire con la messa a disposizione diretta di risorse economiche, questo complesso di ricchissime risorse intellettuali e scientifiche. Cominciando ad esempio a predisporre poste di bilancio fisse e durevoli negli anni, secondo logiche che considerino i fondi per la cultura e la ricerca scientifica veri e propri investimenti, a partire da intese e accordi con le istituzioni di alta istruzione. Attraverso un'analisi profonda delle spese esterne non prioritarie, sarà poi possibile recuperare risorse da investire nella città e nel territorio.
Una città centrata sulla cultura riceverà effetti positivi e di marcata efficacia in senso lato: dare risorse alla ricerca scientifica per nuove tecnologie produce non solo brevetti, ma diventa la sinergica spinta pubblica di nuove opportunità imprenditoriali alla parte moderna e innovatrice dell'imprenditoria umbra; un programma che impegna la committenza istituzionale a servirsi dell’apporto scientifico delle Facoltà universitarie nel campo dell'urbanistica, dei materiali, dell’impatto ambientale e della sostenibilità, genera progetti per interventi pubblici e privati di riqualificazione del centro storico e delle periferie; azioni combinate per dare risposte ad un bisogno diffuso e intergenerazionale di proposte culturali coerenti, fanno prefigurare opportunità di impieghi retribuiti per i giovani studenti della Facoltà di Lettere, dell’Accademia delle Belle Arti e del Conservatorio, ai quali si chiederà di collaborare con la città, che dal suo canto potrà valorizzare al massimo le sue strutture spesso sotto-utilizzate e scarsamente fruibili (biblioteche comunali e universitarie, Rocca Paolina, Galleria nazionale, l’auditorium del conservatorio e quello di San Francesco al Prato, il teatro Morlacchi, sale parrocchiali e CVA); con la medesima impostazione, l'Amministrazione si impegnerà a coinvolgere spazi privati di intrattenimento in una reale politica culturale della città, utilizzando le già sufficienti strutture pubbliche e private esistenti.
Si tratta di un'opera di rilancio complessivo, quindi, che ha come traguardo una "città nuova" e che deve partire da una diversa attenzione. Questo è il tratto saliente di un programma che, accettando la sfida dei tempi, marca l’intenzione di pensare al futuro con una prospettiva d'innovazione.
Realismo e concretezza amministrativa, per il mandato 2009-2014, impongono di tener conto delle gravi novità - in termini di disponibilità economiche – con cui l’Ente dovrà confrontarsi nei prossimi anni. E si attendono provvedimenti da parte della maggioranza di centrodestra che governa la nazione, ancora più penalizzanti per gli enti locali. Pur con meno risorse dovremo lavorare per garantire l'efficacia della generale azione amministrativa, e però non possiamo, né vogliamo dimenticare che le problematiche relative al disavanzo di bilancio emerse nel 2006, sono state risolte in maniera esaustiva anche grazie all'impegno dei cittadini. In ogni caso quindi la coalizione lavorerà per impedire che ci siano imprevisti ed ingiusti carichi sui bilanci delle famiglie perugine.
II. Un nuovo patto tra istituzioni e cittadini
L'incalzare della crisi e il suo impatto sull'economia reale, sta evidenziando le fragilità del modello di sviluppo regionale; mentre le profonde trasformazioni indotte dalla riforma federalista dello Stato richiedono un ripensamento di funzioni ed assetti istituzionali. Da qui la necessità di introdurre elementi di forte innovazione rispetto anche al recente passato.
Tutto ciò richiede, in primo luogo, la sottoscrizione di un nuovo patto tra istituzioni e cittadini che abbia al centro l’allargamento e la valorizzazione dei luoghi di democrazia e partecipazione. L'indispensabile ridefinizione degli assi e delle priorità dell'azione di governo locale, non può avvenire con metodi dirigistici né prescindere dal protagonismo degli attori sociali, economici e del terzo settore e delle comunità locali. Per questo vanno valorizzate le assemblee elettive, le loro attribuzioni e competenze, la sperimentazione di processi di partecipazione e di pratiche inclusive connesse alla gestione della cosa pubblica, e la trasparenza dell'azione amministrativa. Tramite anche la diffusione di strumenti come il Bilancio partecipativo e il rispetto dei principi di Agenda 21.
Per questo assumiamo la questione morale come priorità politica e come scelta etica: al potere politico i compiti di indirizzo, alla macchina amministrativa la traduzione in atti delle strategie e degli principi indicati dalla politica, assumendosi ciascuno le proprie responsabilità. Le riorganizzazioni interne alla macchina pubblica devono produrre una riqualificazione della spesa, mentre va fortemente limitato il ricorso alla trattativa privata nel caso di affidamento di opere o a consulenze esterne, che finiscono per mortificare le professionalità presenti all'interno degli Enti, evitando le gare al massimo ribasso. Il ricorso a trattativa privata può essere giustificato nel caso di affidamento di servizi svolti da soggetti di particolare rilevanza sociale, come le cooperative sociali, nel pieno rispetto dei contratti e della normativa sul lavoro. Affinché si possa dare fiducia all’azione collettiva è necessario anche affermare un'etica pubblica che si sostanzi in rigore e trasparenza nell'uso della risorsa pubblica nonché stili di vita e comportamenti ispirati a sobrietà.
Per questi motivi diventano prioritari:
1. la riforma degli statuti affinché vengano potenziati gli istituti della partecipazione e gli strumenti di controllo, monitoraggio e valutazione dell'azione amministrativa anche individuando autorità indipendenti capaci di segnalare eventuali anomalie;
2. la semplificazione dei procedimenti amministrativi favorendo l'autocertificazione e prevedendo l'azione sanzionatoria solo dopo l'emergere di eventuali irregolarità opportunamente provate;
3. la definizione di nuovi regolamenti per gli appalti e nuove norme concorsuali per l'accesso al pubblico impiego, al fine di premiare meriti e talenti;
4. l'avvio di un confronto serio con l'opinione pubblica sui costi della politica, della burocrazia e in particolare sul funzionamento delle Istituzioni e del processo democratico.
III. La Pianificazione della città
L'economia, la sicurezza e la vivibilità di un Paese si fondano sul territorio. La sua conservazione, manutenzione e salvaguardia, assieme a un suo uso equilibrato sono dunque obiettivi prioritari da perseguire, e, tra questi, la difesa e la valorizzazione della biodiversità, l'acqua, l'aria, il suolo ed il paesaggio. E' dunque necessario ridurre al massimo l'uso e il consumo del territorio, soprattutto a Perugia, che nel corso degli anni ha visto accresciuta l'edilizia di tipo tradizionale e il consumo energetico, due tratti caratteristici di un modello di sviluppo che hanno rappresentato una rilevante fonte di finanziamento, ma che ormai non sono più perseguibili. Affermando però che un punto saliente del programma della prossima amministrazione di centrosinistra sarà una palese e strategica opera di riqualificazione urbana diffusa, non possiamo non tenere conto della tutela e della valorizzazione dei lavoratori, e sono in migliaia quelli impegnati nel campo dell'edilizia.
Bisogna quindi progressivamente spostare la centralità degli interventi dall’espansione, a una grande operazione di riqualificazione nel centro storico e delle aree dense del territorio.
In questo quadro, e ancora di più alla luce della crisi mondiale, si rende necessario che tutto il sistema di lavoro basato sull'edilizia operi una riconversione volta al recupero del patrimonio esistente, piuttosto che alla costruzione di nuovi edifici. In questo scenario l’ente pubblico deve conservare il suo ruolo attivo, anche al fine di attutire i primi effetti della crisi e per mantenere gli attuali livelli occupazionali, tenendo in considerazione gli allarmi che da più parti continuano a giungere.
In questo senso non si può considerare “centro storico” solo l’area di pregio eccezionale individuata nell'acropoli, ma va inclusa anche l’espansione edilizia fino alla prima metà del '900.
In questo centro allargato va recuperata la residenzialità tramite il mantenimento della funzione di centro direzionale della vita politica e amministrativa cittadina (il governo non può prescindere dal mantenimento di questa sua peculiarità qualitativa) e il recupero dei luoghi del commercio e dei servizi, all’insegna della qualità che deve essere recuperata per confermare l’identità come fattore distintivo e nel contempo attrattivo.
La coalizione punta inoltre ad agganciare un efficace coinvolgimento funzionale all'obiettivo della riqualificazione, realizzando una politica di ospitalità per i cittadini "temporanei" - a partire da eventi di animazione e dall’attrattività del sistema di alta cultura che Perugia esprime - a tutti gli effetti portatori di risorse, co-operatori di politiche attive di progettualità e lavoro per la città, e compartecipi del sistema di alta qualità della cittadinanza.
Per essere co-protagonisti paritari delle sfide del nostro tempo, devono poter fruire di livelli adeguati di vivibilità, a partire dalle condizioni abitative che vengono loro offerte. Su questo occorre promuovere azioni come il costante monitoraggio della presenza di cittadini "temporanei" nel rispetto delle norme, e quindi delle condizioni di legalità, che coinvolgano i proprietari delle abitazioni in piani e programmi di intervento di nuova qualità residenziale delle rispettive proprietà, operando per la definizione di articolate forme di incentivazione per la ristrutturazione degli immobili da locare.
Siamo convinti che vi sarà ampia condivisione di azioni sull'intero territorio di Perugia, che nella conferma di una cultura della legalità condivisa e praticata, confermi un titolo diffuso di cittadinanza capace di coniugare i doveri e i diritti ad essa conseguenti.
La tutela e la valorizzazione dell'ambiente e del territorio è il riferimento su cui basare una moderna politica riformista, che punti alla qualità dello sviluppo economico e sociale della città di Perugia. Assistiamo sempre più ad una città diffusa e a una campagna che si urbanizza.
Assumendo come riferimento la qualità della vita dei cittadini, sia che abitino nella città che nei quartieri periferici o nelle zone rurali, in una dimensione relazionale della città con il territorio, occorre porre attenzione per la valorizzazione urbanistica del centro storico cittadino ma anche dei centri storici minori compresi nel territorio comunale.
Come primo obiettivo bisognerà investire sulla residenzialità del centro storico, altrimenti ogni politica orientata alla rivitalizzazione della città è destinata al fallimento o al massimo risulterà parziale. Sono necessarie politiche coerenti, che portino ulteriori residenti nell'acropoli perchè solo così la città può recuperare un valore identitario e ritornare ad essere luogo privilegiato di incontro e di scambi interculturali.
Nel contempo, un'altra priorità strettamente connessa è la riqualificazione delle aree periferiche e industriali. Una riqualificazione organica delle aree industriali disseminate nel territorio perugino e così significative per la loro estensione, passa anche dallo studio di fattibilità delle stesse per la produzione di energie alternative.
La salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e artistici inseriti in un territorio e in un paesaggio ad alta valenza ambientale e culturale come quello di Perugia è la base da cui partire per delineare lo sviluppo futuro della città che abbia come riferimento la sostenibilità dei processi economici e sociali.
La tutela del paesaggio è elemento fondamentale per attuare una fortunata associazione prodotto-territorio: il territorio deve essere considerato prezioso in quanto strumento di produzione per i nostri imprenditori, e che rende il prodotto non ripetibile in altri contesti territoriali. Molti prodotti delle nostre aziende agricole ed agroindustriali (vino, olio) ma anche artigianali e industriali (Perugina) hanno un’immagine strettamente legata al territorio dove vengono prodotti. Molta economia locale può crescere sulla valorizzazione di un intreccio unico ed irripetibile di ambiente e cultura, città d'arte, turismo.
Una particolare attenzione va posta alla cura e all'arredo del verde urbano ed extraurbano e dei parchi cittadini. In quest’ottica assume una valenza la pianificazione urbanistica del Parco Fluviale del Tevere e del Tezio, vera infrastruttura ambientale che dà alla città di Perugia la possibilità in futuro di dotarsi di una vera e propria "muraglia verde" estremamente importante anche per la conservazione delle biodiversità. Molto è stato fatto in questi anni con investimenti diretti dell'Amministrazione comunale (percorsi verdi, bosco didattico, recupero di torri e mulini, etc.) ma ora è arrivato il momento di inserire queste aree così pregiate nella rete regionale dei parchi, anche per assicurare in futuro fonti di finanziamento più certe.
IV. Infrastrutture e mobilità
Sono presenti oggettive difficoltà legate al debole quadro infrastrutturale riguardante sia i collegamenti ferroviari sia i nodi viari stradali.
La Perugia-Ancona deve vedere ultimati rapidamente i lavori al fine di mettere l'Umbria in condizione di collegarsi al meglio con la viabilità interregionale.
Il cosiddetto Nodo di Perugia rappresenta un valido rimedio ai problemi di traffico urbano ed extraurbano, (tradizionalmente legato al fatto che la E45 nel tratto perugino svolge sia la funzione di trasferimento cittadino sia quella di collegamento interregionale) e porterà all’alleggerimento dei flussi interni alla regione provenienti dall'Alta Valle del Tevere e dall'eugubino, in previsione anche della seconda fase realizzativa del sistema di mobilità urbana, centrata ad oggi ancora sull'accesso alla città dalla direttrice sud-ovest. Quando troveranno soluzione i problemi legati alla viabilità esterna, il Minimetrò potrà svolgere al meglio il suo ruolo di asse decongestionante del traffico.
Il passaggio ininterrotto di traffico pesante genera ulteriori congestioni che si scaricano sulle frazioni producendo fenomeni di progressivo intasamento della viabilità cittadina.
Criticità emergono anche nella via di accesso a sud della città proveniente dalla Pievaiola: essa attraversa a raso i centri abitati nelle frazioni di Strozzacapponi e Castel del Piano, generando veri e propri colli di bottiglia che creano punte di traffico particolarmente intense.
Sul fronte della mobilità urbana, Perugia deve consolidare il suo ruolo di città dalla mobilità alternativa, tramite strumenti di piena partecipazione e confronto con la cittadinanza.
V. Sviluppo economico
La crescita fin qui registrata dal sistema economico della città e più in generale del comprensorio del perugino conferisce una certa solidità alla struttura produttiva ma impone di mantenere elevati standard di sviluppo.
Capire il reale impatto della crisi e quali possano essere le ricadute economiche e occupazionali sul territorio, diventa decisivo per elaborare nuovi piani di sviluppo economico.
La crisi inoltre, aggredendo i comparti che più hanno contribuito alla crescita, imporrà una probabile riconversione degli investimenti pubblici e privati.
Più in generale è necessario spingere per accelerare il passaggio dall'economia tradizionale ai settori più innovativi e a più alto valore aggiunto.
L'energia pulita rappresenta una grande opportunità. Prioritario, per i prossimi anni, sarà l'impegno a superare i ritardi accumulati negli anni e raggiungere gli obiettivi fissati a livello europeo in tema di riduzione dei gas serra fissati dal protocollo di Kyoto e dalla Unione Europea, definendo adeguate e conseguenti politiche ambientali, fiscali ed industriali. In particolare si dovrà:
1. incentivare la ricerca e l'introduzione di nuove tecnologie al fine di superare la dipendenza dai combustibili fossili;
2. sostenere lo sviluppo di nuove filiere imprenditoriali e nuove competenze professionali;
3. incentivare il risparmio e l'efficienza energetica, e sviluppare le fonti rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, eolico, biomasse) prevedendo l'istituzione di specifici sportelli informativi per cittadini e imprese;
4. promuovere la certificazione energetica degli edifici, a partire da quelli sede di istituzioni pubbliche, e prevedere per quelli privati incentivi e sgravi fiscali.
L'obbiettivo è l'autosufficienza energetica di tutto il comune di Perugia. Rimane tuttavia aperto il problema del costo dell'energia che, in alcuni comparti produttivi, limita la competitività delle imprese. In questi casi è necessario che le stesse imprese si facciano carico del problema attraverso forme di auto-produzione, realizzando soluzioni impiantistiche compatibili con la qualità ambientale.
Fra i settori tradizionali è tuttavia importante e necessario considerare anche l'economia tecnologica legata al software compilato. Essa si è affermata negli anni '80 ed ha per un lungo periodo rappresentato una vera crescita tecnologica e produttiva di tutto il settore del terziario.
E' fondamentale e strategico, per noi, agevolare in ogni modo l'imprenditoria giovanile e femminile, e i progetti che tendono allo sviluppo di forme di produzione legate alle nuove tecnologie e “all'open source”, veicolo fondamentale per la crescita economica e culturale di Perugia grazie alla capacità di scambio delle conoscenze e professionalità che i settori economici tradizionali stentano a garantire.
Per far questo l'Amministrazione comunale attiverà quanto in suo potere per agevolare l'accesso al credito e ai finanziamenti da parte di queste imprese.
VI. Welfare
E' necessario che sia riconosciuta a tutti la possibilità di godere degli stessi diritti di accesso ai servizi, alle informazioni e agli strumenti di conoscenza. L’Amministrazione deve garantire il riconoscimento dei diritti umani nella convinzione che il benessere diffuso è tale solo se è di tutti e pertanto promuove le opportunità di emancipazione dallo stato di bisogno.
La recessione economica genererà con tutta probabilità nuovi bisogni e inedite forme di disagio. Per far fronte a questi fenomeni non sarà possibile usare gli strumenti dell'attuale welfare, pensato per una società in crescita e sostanzialmente mono-etnica.
A pagare un caro prezzo è soprattutto la famiglia a cui è affidato un ruolo di supplenza alle smagliature del sistema di protezione sociale. E' sulla famiglia, difatti, che ricade il carico crescente di ammortizzatore.
La presenza inoltre nelle città di diverse comunità etniche e religiose impone lo sviluppo di nuove sensibilità per costruire servizi plasmati su queste nuove problematiche sociali.
La realizzazione, nel contesto istituzionale e sociale italiano, di un federalismo moderno passa necessariamente attraverso un’efficace implementazione del principio di sussidiarietà orizzontale e per l'introduzione di sistemi di controllo per premiare le capacità gestionali territoriali.
Infine prestare attenzione alle persone significa oggi, nelle città occidentali, comprendere che crescenti strati della popolazione conducono un’esistenza al di sotto di livelli accettabili di diritto, che spesso non esprimono un vero e proprio status di cittadino. L'obiettivo del nuovo sistema dei servizi sarà quello di promuovere l'estensione del diritto di cittadinanza a tutti. Sarà importante pensare più al bisogno che non al servizio.
Nella prossima legislatura dobbiamo auspicare la costruzione di:
1. Piani Regolatori Sociali (città come Roma, Genova, Savona lo hanno già predisposto);
2. Servizi all'infanzia: promuoveremo l’incremento di strutture pubbliche e private per riuscire a coprire il fabbisogno, incentivando orari di apertura estesi, favoriremo la stipula di accordi per convenzioni finalizzate alla costruzione di asili e servizi, connessi presso zone ad alta intensità commerciale e industriale. La città non è solo dei grandi. I bambini non devono essere ospiti in attesa che diventino contribuenti per poter godere della città. La città è tanto loro quanto degli adulti. Siccome saranno gli adulti di domani, bisogna far sì che – per tempo – si innamorino della propria città, prima che sia troppo tardi. Anche perché una città a misura di bambino è a misura di tutti;
3. Servizi di cura di soggetti non autosufficienti: intendiamo creare punti di accesso per informazioni e presa in carico, servizio diurno per malati di Alzheimer o con demenza senile; investiremo nell'assistenza domiciliare per garantire sostegno economico, sociale e psicologico alle famiglie;
4. Politiche per la casa (social housing o edilizia sociale): il ruolo del Comune è favorire l'acquisizione delle aree edificabili a condizioni vantaggiose. Intervenendo ad esempio con azioni di mutuo soccorso a favore delle giovani coppie che acquistano la prima casa per le quali l’Amministrazione si farà garante con le Banche (sulla base dell’esperienza del Comune di Torino). La garanzia prevede che se l'intestatario non è più in grado di pagare il mutuo, il Comune ne diventa proprietario e affitterà la casa a prezzi popolari, agli stessi giovani.
VII. Piccola impresa, commercio e artigianato
Bisogna impedire che la crisi disperda il patrimonio faticosamente conquistato in questi settori. A tal fine vanno definiti gli strumenti capaci di contrastare l'emergenza: dal monitoraggio della crisi al tutoraggio manageriale, dall'accelerazione dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione al sistema delle garanzie sul credito, dalla possibilità di accesso al credito per le piccole e medie imprese (superando in questa fase anche i limiti indicati da Basilea 2), al rapporto tra lavoratori e imprese con politiche formative e la relativa attivazione degli ammortizzatori sociali, da una politica industriale di sostegno, all'accelerazione dei finanziamenti Europei, fino alla promozione integrata delle tante eccellenze locali.
Una società acculturata, fortemente professionalizzata, in possesso di competenze e aperta all'innovazione, è il presupposto indispensabile per un nuovo e più avanzato sviluppo. A tal fine vanno ridelineate le politiche pubbliche per investire nelle persone e nelle loro competenze. L'internazionalizzazione del sistema delle imprese; il successo competitivo dato dalla capacità di produrre beni a più alto valore aggiunto e a forte contenuto scientifico e culturale; la valorizzazione delle tipicità di Perugia e del suo grande patrimonio storico-culturale; l'allargamento e diversificazione della matrice produttiva, in particolare le filiere della qualità ambientale, oltre a specifiche politiche di settore; necessitano a monte e comunque un grande salto culturale, tecnico e professionale. Per questo va riorganizzato il complesso sistema scolastico, formativo e universitario, affinché sia capace di rispondere a tali esigenze, valorizzando la presenza sul nostro territorio dei numerosi poli di alta formazione, la cui offerta va selezionata, razionalizzata e portata a sistema. Appare inoltre necessaria l'esigenza di costruire una rete di eccellenze di valore internazionale capace di promuovere e mettere in relazione centri di ricerca, pubblici e privati, mobilitando a questo fine risorse sia pubbliche sia private.
L'artigianato e la piccola impresa devono essere integrate al fine di valorizzare il patrimonio territoriale, nel contempo le specificità locali devono concorrere ad una politica di sviluppo responsabile che crei valore aggiunto per l'insieme del territorio sollecitando le stesse aziende a generare benessere a tutta la comunità.
Uno strumento che i Comuni possono utilizzare è il recupero e il riuso di medie e grandi aree industriali dimesse. Una politica comunale che favorisca l'insediamento di imprese artigiane legate alle specificità socio-culturali del territorio, può essere un modo per usufruire di aree che troppo spesso finiscono in mano alla speculazione. La questione del lavoro può essere risolta soprattutto se le piccole imprese artigianali e industriali hanno la possibilità di competere nel mercato.
Il Comune deve impegnarsi a favorire la promozione di aree territoriali organizzate e munite di servizi, capaci a loro volta di produrre risorse e opportunità, oltre che l’assistenza alle aziende in tutte le fasi del loro sviluppo e nella collaborazione proficua e controllo dei risultati sociali dell'insediamento oltre che della crescita delle aziende stesse.
Altro tema importante è la salvaguardia del piccolo commercio.
La pressione della grande distribuzione alle aree di pregio e strategiche è pressoché uniforme in tutte le nostre città. Non si tratta di contrastare acriticamente questo fenomeno né di impedirne l'insediamento in luoghi idonei, ma è necessario elaborare mezzi, strumenti, tecniche e iniziative per far convivere la grande distribuzione con le altre forme di commercio e di terziario, oltre che con la valorizzazione dei prodotti locali e dell'artigianato.
Ai fini di garantire la presenza delle piccole attività commerciali soprattutto nei centri storici e nelle periferie, e per contribuire a difendere posti di lavoro, vanno proposte iniziative tese a ottenere incentivi fiscali e tariffari per l'apertura di esercizi di piccola e media distribuzione (soprattutto quella specializzata). Il Comune deve pertanto formulare negli strumenti urbanistici di settore, norme specifiche per il commercio, l'offerta di spazi diffusi e certi per il commercio ambulante. Accanto a questo sarà poi doveroso azionare tutti gli strumenti possibili tesi al monitoraggio permanente da parte sul proprio territorio del “fenomeno” caro-prezzi.
VIII. Perugia per i giovani
La Perugia di domani deve tenere in primaria considerazione il passaggio dall'adolescenza all'età adulta.
In questa fase di crescita le persone sono maggiormente esposte ai cambiamenti globali che nelle città si presentano in forma spesso nuova e contraddittoria.
Gli stessi adulti fanno spesso fatica a comprendere questi fenomeni e li valutano a volte con leggerezza, a volte con paura e ciò non mette la famiglia in condizione di avere, da sola, i giusti e corretti strumenti per sostenere la naturale voglia di diventare grandi dei ragazzi.
E' giusto e necessario riconoscere e responsabilizzare i giovani, così che si possano sentire importanti e determinanti nei processi di trasformazione della città e non finiscano invece per chiudersi in una sensazione di inutilità e di “clandestinità” in casa propria.
Per questo gli spazi sociali, culturali, formativi e aggregativi, in cui avviene la crescita, devono diventare liberi dove tuttavia la libertà contribuisca a sviluppare un forte senso civico con cui affermare i diritti di cittadinanza e partecipazione.
Le strutture scolastiche sono essenziali per una pluralità di funzioni, non connesse esclusivamente all'azione di Istruzione pubblica, che è uno dei cardini della crescita consapevole dei nuovi cittadini. Il numero, la diffusione, la qualità strutturale e funzionale, e la sicurezza degli edifici sono elementi indispensabili per poter puntare su questa risorsa capace di svolgere un'ampia azione attrattiva per tutte le fasce di età e per esigenze differenziate.
Il bilancio dei prossimi anni dovrà portare a completamento il piano di edilizia scolastica pubblica, comunale e provinciale teso alla garanzia di tutte le condizioni di sicurezza (a pari merito con la sicurezza nei luoghi di lavoro), e incentivando contemporaneamente tutte le forme di accordi convenzionati tra le pubbliche amministrazioni per consentire l’uso delle strutture a tempo pieno, quelle dell’istruzione, del tempo libero (strutture dedicate allo sport e alla cultura), per le forme associative e di democrazia di base.
I passaggi dalla scuola al lavoro o dalle superiori all'università devono essere accompagnati e orientati da azioni che consentano lo sviluppo del merito e delle potenzialità di recupero da parte di chi non ha condizioni oggettive o soggettive favorevoli.
Il Comune può mettere a disposizione i servizi e avere un ruolo di indirizzo e di integrazione tra i vari soggetti (imprese ed Università) al fine di dare vita ad un consorzio per attuare, tramite le aziende, un progetto studiato dalla Università, realizzato dalle aziende che poi lo posizionano sul mercato; parte dei profitti quindi potrebbero essere destinati all'Università. Tale progetto, oltre a favorire lo sviluppo e l'autofinanziamento della ricerca, favorirebbe quel processo di aggregazione di imprese che permetterebbe alla realtà perugina di presentarsi nei mercati con un maggiore potere di penetrazione e offerta. L’idea è quella di realizzare un “Parco industriale universitario”da individuare in una precisa zona industriale della città.
IX. La Pubblica amministrazione e i servizi
Mentre il federalismo amministrativo e fiscale impongono di “fare di più e meglio con meno”, il Comune - ente a competenza generale situato al livello più vicino agli amministrati - non può permettersi di lasciare senza risposta le attese ed i bisogni dei propri cittadini ed imprese.
Un Comune in grado di assicurare, oltre alla correttezza delle procedure, anche risultati e scelte amministrative di elevata qualità - non più solo per le tradizionali funzioni di certificazione, ma soprattutto, per quelle di programmazione e gestione di servizi di interesse generale capillari sul territorio, di qualità elevata ed a costi sostenibili - costituisce il miglior antidoto contro il “federalismo dell'abbandono”.
La macchina comunale
Come ridisegnare l'organizzazione amministrativa comunale per rispondere alle sfide dei prossimi anni? Due le linee di riferimento per assicurare servizi davvero utili ai cittadini ed alle imprese: ripensare ed immaginare la macchina organizzativa del Comune per “facilitare” la realizzazione dei diritti ed interessi dei cittadini; evitare di costruire modelli “autoreferenziali” che hanno come obiettivo quello di riprodurre e giustificare l'esistente.
La riforma delle Circoscrizioni costituisce un importante tassello del nuovo assetto, non solo per la loro riduzione da tredici a cinque che non diminuirà il livello dei servizi, ma soprattutto per la puntuale attribuzione di competenze esclusive che - parallelamente - consentirà al Comune di concentrare e specializzare la propria attività, ripensando la propria struttura amministrativa liberando personale, mezzi e risorse.
L'apertura di nuovi spazi di efficienza/efficacia amministrativa non deve costituire un alibi per ridurre i momenti di partecipazione pubblica e collettiva: spetta al Comune ed alla politica proporre nuovi percorsi ed occasioni di effettivo coinvolgimento delle persone, singole e associate, anche al momento dell'ideazione e della progettazione delle attività, costruendo insieme a loro un nuovo senso di appartenenza alla comunità perugina e facendo sentir loro tutto l'orgoglio di vivere, lavorare e crescere a Perugia.
L'azione amministrativa dovrà inoltre essere improntata a una spiccata economicità, vista la fase contingente. Per fare ciò avvieremo una seria ricognizione di enti poco funzionali e, se necessario, provvederemo alla loro soppressione evitando che venga perso alcun posto di lavoro, in quanto provvederemo alla ricollocazione del personale in settori che hanno maggiore necessità di operatori. È altresì evidente come il processo di informatizzazione della macchina pubblica sia strumentale, non solo alla velocizzazione e a un cospicuo risparmio di tempo, ma anche di denaro.
All'interno dell'Amministrazione pubblica inoltre, dovremo lavorare perché la trasparenza sia massima principalmente con l'istituzione del Difensore Civico, ma non solo: provvederemo all'istituzione di un “anagrafe degli eletti”, e relazioneremo costantemente la Città su come vengono spesi i proventi delle tasse, spiegheremo cioè quali servizi vengono alimentati dalle entrate comunali.
X. Servizi Pubblici
a) Rifiuti
Fatto salvo l'obiettivo generale di ridurre comunque la produzione di rifiuti, prioritaria per Perugia deve essere l'attività di raccolta differenziata che recuperi, separi e reinvesta nel ciclo economico e produttivo i materiali recuperati, evitando il rischio che i materiali trattati ritornino poi in discarica. L'obiettivo del 65% di differenziata non deve rappresentare il traguardo finale ma, stante i livelli attuali, una tappa importante e straordinaria per giungere ad ulteriori e più significativi obiettivi. Solo per la parte non riciclabile, la cui quantità deve essere progressivamente ridotta nel tempo fino all'azzeramento, è ipotizzabile, ai fini del recupero energetico, un suo trattamento termico utilizzando tecnologie avanzate e a basso impatto ambientale con impianti dedicati.
Nello specifico il raggiungimento di questi obiettivi rende necessario:
1. incentivare la raccolta differenziata premiando i comportamenti virtuosi secondo il principio “chi produce meno rifiuti, meno paga” e attraverso un'organizzazione dei servizi funzionale a questo tipo di politica con l'estensione della raccolta differenziata porta a porta;
2. separazione netta degli interessi dei soggetti gestori della raccolta differenziata da quelli che trattano i rifiuti per il recupero energetico;
3. le scelte impiantistiche, oltre che realizzate con il consenso informato delle popolazione e attraverso un rigoroso percorso di valutazione ambientale strategica e di impatto ambientale e sanitario, dovranno avere caratteristiche tali da renderne possibile un utilizzo flessibile.
Energia. L'energia pulita rappresenta un'altra grande sfida per l’Umbria. Prioritario, per i prossimi anni, sarà l'impegno a superare i ritardi accumulati negli anni e conseguire gli obiettivi fissati a livello europeo in tema di riduzione dei gas serra fissati dal protocollo di Kyoto e dalla Unione Europea, definendo adeguate e conseguenti politiche ambientali, fiscali ed industriali In particolare si dovrà
1. incentivare la ricerca e l'introduzione di nuove tecnologie al fine di superare la dipendenza dai combustibili fossili;
2. sostenere lo sviluppo di nuove filiere imprenditoriali, nuove competenze professionali;
3. incentivare il risparmio e l'efficienza energetica e sviluppare le fonti rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, eolico, biomasse), prevedendo, a partire dai Comuni maggiori, l'istituzione di specifici sportelli informativi per cittadini e le imprese;
4. definire un Piano della Mobilità che riduca il ricorso all'auto privata e potenzi l'uso dei mezzi pubblici;
5. promuovere la certificazione energetica degli edifici con incentivi e sgravi fiscali.
Tutto ciò premesso l'Umbria potrà raggiungere il fabbisogno energetico, ovvero produrre energia in quantità sufficiente ai propri fabbisogni interni. Rimane tuttavia aperto il problema del costo dell'energia che, in alcuni comparti produttivi, limita la competitività delle imprese, in particolare quelle a maggior consumo di energia. In questi casi è necessario che le stesse imprese si facciano carico del problema attraverso forme di autoproduzione, realizzando soluzioni impiantistiche compatibili con la qualità ambientale.
b) Beni comuni e servizi pubblici locali
La salvaguardia, conservazione e valorizzazione dei beni comuni naturali, a partire dall'aria, l'acqua, l'ambiente, ovvero di quei beni che garantiscono la sopravvivenza e la qualità della vita e come tali vanno garantiti per le generazioni future, costituiscono tratti caratteristici del governo cittadino. Questi beni comuni, intesi come diritti, vanno sottratti al mercato e la loro gestione deve essere pubblica. Per questo la ripubblicizzazione dell'intero servizio idrico costituisce una delle sfide centrali dei nuovi governi di centro sinistra.
Per i servizi pubblici locali va confermato il principio della proprietà pubblica delle reti e della loro non alienabilità e del ricorso a gare di evidenza pubblica per l'affidamento dei servizi. Vanno definite comunque, politiche che semplifichino e accorpino le troppe società pubbliche e/o miste presenti nel territorio, per garantire economie di scala e dimensioni sufficienti per competere anche fuori dai confini regionali e per ridurre le tariffe. Vanno in ogni caso previsti strumenti e forme di partecipazione e controllo dei cittadini sulla qualità e le tariffe dei servizi erogati, attraverso una gestione sociale e comunitaria dei beni comuni.
Le istituzioni internazionali, i governi, le istituzioni locali, i gestori del servizio idrico integrato sono chiamati, insieme ai cittadini, alla tutela globale della risorsa acqua e ad un uso più razionale.
Tutelare l'ambiente vuol dire anche restituire ai fiumi, alle sorgenti, alle falde alluvionali, ai corsi superficiali, acqua più pulita possibile, così come la legge obbliga e compiere tutte le azioni necessarie a ridurne il consumo attraverso politiche di risparmio che vedano tutti i soggetti coinvolti consapevolmente.
I cittadini, attraverso comportamenti virtuosi, i gestori nel combattere le perdite con l'ammodernamento delle reti di distribuzione, il Comune, adottando regolamenti edilizi che obbligano al risparmio idrico.
Grazie ai corposi investimenti degli ultimi anni, il Comune di Perugia garantisce una copertura del 97% di popolazione servita per quanto riguarda l'acqua e del 90% per la depurazione.
Il completamento dell'acquedotto da Montedoglio garantirà a Perugia l'autosufficienza di acqua potabile per molti anni a venire, con l'implementazione del depuratore di Ponte Valleceppi miglioreranno ulteriormente le percentuali, fino a raggiungere in pochi anni la totale copertura per la depurazione;
La politica deve promuovere iniziative per accrescere la consapevolezza dei cittadini e al tempo stesso stimolare le istituzioni per una gestione ed un uso corretto della risorsa acqua evitando di alimentare sterili e strumentali polemiche sui rischi di privatizzazione del servizio. Anche in questo campo favoriremo un’estrema trasparenza nel comunicare come vengono spese le risorse provenienti dal pagamento della tariffa; proporremo inoltre, anche in questo campo una politica di sostegno alle famiglie ed alle fasce deboli, attraverso una tariffa ulteriormente agevolata.
XI. Politiche per la casa
Il tema della casa, il diritto di ciascuno a disporre di un’abitazione dignitosa è oggi più che mai centrale perché incrocia domande diverse, provenienti da una collettività in continua trasformazione e dovuto soprattutto ad una carenza di risorse, ad un aumento della domanda, alla crescita di nuove povertà. Promuovere politiche abitative efficaci significa dare risposte ai cittadini più deboli ma anche a nuove esigenze e nuovi bisogni che provengono da persone che non hanno diritto alla “casa popolare” ma non hanno neanche la possibilità di rivolgersi al libero mercato immobiliare, come le giovani coppie, gli studenti, gli anziani, gli immigrati. In un panorama di grande complessità c'è stato un forte impegno in questi anni per rispondere in modo organico, ottimizzando al meglio le poche risorse disponibili, da una parte sull'evoluzione dell'utenza (invecchiamento, utenza multietnica, frammentazione dei nuclei familiari) dall'altra sull'innovazione tecnologica e il recupero edilizio, soprattutto nei centri storici.
Per il futuro l'obiettivo deve essere quello di puntare sulla riqualificazione urbana, sulla qualità e sostenibilità degli edifici, guardando alla bioarchitettura e alle nuove tecniche costruttive che permettono risparmi energetici e salvaguardia ambientale, che non siano più lodevoli sperimentazioni, ma principale norma da seguire per ogni edificazione o recupero.
La città è tutto: casa, ambiente, trasporti ,cultura, lavoro, fra loro interagenti. Ma la casa è il pilastro da cui partire per una riconquista del senso vero dell'abitare.
XII. Sicurezza
Vivere sicuri a Perugia significa coniugare legalità e integrazione. E' evidente che il Comune in questo campo non può far molto, visto che il tema dipende principalmente dal Governo nazionale. E' necessario insistere sulla linea dei Patti per la sicurezza che avevano previsto per Perugia l'arrivo di decine di poliziotti e di altre misure. Senza la presenza diffusa e capillare delle forze dell'ordine nei quartieri non si può pensare di contrastare la percezione di insicurezza che i cittadini oggi vivono e percepiscono.
Gli assurdi tagli operati dal Governo e le dichiarazioni fatte in merito al fatto che a Perugia non vi è un’emergenza sicurezza, non devono far abbassare la guardia sul fatto che alcune realtà non consentono sempre ai cittadini la necessaria serenità. Il problema non è circoscrivibile al solo centro storico dove invece, troppo spesso, si concentra l'attenzione dei più.
Rendere sicure le periferie richiede tuttavia risorse e mezzi che possono essere messi in campo solo seguendo la linea appunto prevista dai patti per la sicurezza. Spaventare i cittadini e insinuare inquietudine comporta il rischio di far esplodere nelle città fenomeni di violenza inconsulta come sta accadendo a Roma. Favorire l'aggregazione sociale stimolando costruzione di una “rete” locale di conoscenza e partecipazione con la quale la comunità sia in grado di controllare e reagire ai comportamenti devianti Arginare il fenomeno della droga non solo con attività di controllo volta al presidio del territorio ma individuando le “zone oscure” che legano lo spaccio con ambienti economici e finanziari che fanno di Perugia una “buona piazza”.
Sviluppo urbanistico che eviti “zone” che vivono solo di giorno, mentre di notte diventano aree di maggior rischio (ad esempio zona Bellocchio - Via Settevalli). Nella città nuova non dovranno esistere quartieri-ghetto o dormitori, dove il disagio sociale spesso si trasforma in delinquenza, e dove si rischia di vedere esplodere guerre fra poveri, fra immigrati e “residenti”.
Riqualificare zone particolarmente difficili - che alcuni definiscono “degradate” - si può con la partecipazione sociale: quindi, associazioni aperte al pubblico, permettere ritrovi spontanei o manifestazioni culturali, aiutare le realtà locali a comunicare queste iniziative a tutta la città, sostenere le cooperative sociali e le parrocchie di zona, spronare al cambiamento.
La coalizione di centrosinistra
Partito Democratico (Pd),
Rifondazione Comunista (Rc),
Italia dei Valori (Idv),
Comunisti Italiani (Pdci),
Verdi e Civici,
Socialisti, Sinistra per Perugia
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