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di Eugenio Pierucci Elio clero Bertoldi ci dà oggi, dalle pagine del Corriere dell’Umbria, un’eccellente dimostrazione di come sia possibile fare un’utile e intelligente ricerca giornalistica prendendo come oggetto, una volta tanto, non la cronaca attuale, materia nella quale pure il nostro collega eccelle, bensì un avvenimento ben più antico che ci è stato raccontato dagli storici dell’epoca e che è documentato da preziose testimonianze ottimamente conservate nel museo archeologico di Perugia. Quella di Bertoldi è una precisa ricostruzione, con tanto di descrizione delle forze in campo, delle tattiche e delle armi da queste impiegate, del noto Bellum perusinum che vide contrapporsi, in un feroce assedio protrattosi per otto mesi, gli eserciti (entrambi romani) comandati da Gaio Ottavio, triumviro, contro il console Lucio Antonio, fratello di Marco Antonio che si era asserragliato dentro Perugia. La ricostruzione in breve di una tragica pagina della storia della città, che alla fine venne presa per fame e subì un violento saccheggio. Dobbiamo essere grati ad Elio Clero Bertoldi, anche perché ci fa conoscere fatti per certi versi curiosi. Uno su tutti: l’uso da parte degli assediati, delle “ghiande missili” (glandes), una sorta di micidiali proiettili di piombo, del peso di circa mezzo etto ciascuno, che venivano frombolati sugli assedianti. La particolarità curiosa sta nel fatto che i perugini, non paghi dei danni che riuscivano così a causare ai loro avversari, vi incidevano sopra, per maggiore dileggio, epiteti scurrili sul cui significato è meglio soprassedere. Un lavoro, quello di Elio Clero Bertoldi, che ci ha per davvero interessato e divertito e che quindi consigliamo a tutti di leggere. Soprattutto a chi ha sete di conoscere più a fondo la millenaria storia di questa città. Condividi