Raggiungimento degli obiettivi massimi, dettati dall’Europa, per la raccolta differenziata; autonomia, in ambito regionale, per la filiera del rifiuto; valorizzazione del principio di diminuzione della produzione dei rifiuti; riuso e riutilizzo del rifiuto
separato; massima apertura per la scelta delle tecnologie relative allo smaltimento finale e quindi alla chiusura del ciclo; salvaguardia assoluta
della salute dell’ambiente e dei cittadini.
Sono questi gli obiettivi che si prefigge il nuovo Piano regionale sui rifiuti, approvato stamani in
Seconda Commissione con i voti favorevoli dei commissari della maggioranza e l’astensione “tecnica” di quelli dell’opposizione. Tra le novità apportate, rispetto al testo originario, la separazione tra
i soggetti chiamati a provvedere alla prima fase della filiera (riciclaggio) e allo smaltimento finale dei rifiuti. Il Piano ha anche recepito quanto richiesto dalla Provincia di Terni, trasformato poi in un emendamento dell’Esecutivo, inerente la riduzione,
nella Conca ternana, del numero degli impianti di trattamento termico di rifiuti ad oggi esistenti; la riduzione delle quantità di rifiuti da trattare autorizzate; la riduzione delle emissioni complessivamente determinate dall’esercizio di detti impianti da valutare sulle condizioni e sui dati del reale esercizio nell’anno 2007.
Nell’emendamento viene anche specificato che “i rifiuti urbani e sanitari da trattare in detti impianti dovranno pervenire esclusivamente dal territorio dell’Ati (Ambiti territoriali integrati) 4”.
Relatori in Aula saranno: per la maggioranza il presidente della Commissione, Franco Tomassoni, per la minoranza il vicepresidente della stesso organismo, Armando Fronduti. Puntando sul concetto del ‘chi inquina paga’, il raggiungimento degli obiettivi passerà attraverso la leva della sanzione o dell’incentivo.
Le fasi principali del Piano riguardano: la riduzione alla fonte della quantità e pericolosità di rifiuti; la raccolta differenziata finalizzata al riciclo (50 per cento entro il 2010 – 65 per cento entro il 2012),
reimpiego e riutilizzo dei rifiuti; il recupero di materia e successivamente di energia dalla frazioni di rifiuto non altrimenti riciclabili o recuperabili; il trattamento e lo smaltimento finale attraverso impianti e tecnologie idonee a garantire il rispetto della
salute umana e dell’ambiente.
L’esercizio delle funzioni amministrative verrà ripartito tra Regione, Provincie, Comuni, Ati (Ambiti territoriali integrati) e Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente. Nel Piano è prevista l’istituzione di altri due organismi di supporto alle attività di programmazione, controllo e vigilanza: il Comitato di coordinamento per la gestione del
Piano e l’Osservatorio regionale sulla produzione, raccolta, recupero, riciclo e smaltimento dei rifiuti.
La Regione promuoverà iniziative e campagne di comunicazione e informazione al cittadino, finalizzate a
fornire informazioni in ordine alla programmazione regionale di settore a alle conseguenti scelte operative. Il tutto al fine di promuovere comportamenti conformi alle esigenze di riduzione, riutilizzo,
valorizzazione, recupero e smaltimento dei rifiuti. Gli Ati, in collaborazione con i Comuni, saranno chiamati all’attuazione di informazione e sensibilizzazione funzionali ai tipi di raccolta attivati in relazione agli impianti di recupero e smaltimento in esercizio.
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