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di Carmine Calvanese In una piazza Navona piena almeno per la metà, per la prima volta dal 1998 le bandiere di Rifondazione e del PDCI si sono unite in un’unica falce e martello . Non è una fusione a freddo, lo si leggeva negli sguardi dei tanti militanti giunti da ogni angolo d’Italia. Ci sono voluti 10 anni, ma i litigi, le divisioni, le tensioni sono state definitivamente accantonate. Sotto un cielo grigio, senza alcun arcobaleno, i leader della “nuova” aggregazione hanno spiegato le ragione di questa unione. Ad aprire la kermesse il partigiano Massimo Rendina, seguito dagli “eccellenti” interventi dei leader del PCE, della Sinistra Europea e del GUE, Paco Frutos, Bisky e Wurz. Tra i vari interventi musica e balli con le Tarantole e con l’inedito duetto Zulù-Capuano, oltre ai contributo video di Margherita Hack e al messaggio scritto di Haidi Giuliani Tra uno scatto curioso dei turisti ed i cori dei militanti rossi, sono saliti poi sul palco Cesare savi, Oliviero Diliberto e Paolo Ferrero. Simpatico l’esordio del leader di Socialismo 2000, che deridendo una sua gaffe, ha affermato “ho sbagliato microfono ma non lista”. Per Salvi le “domande antiche hanno bisogno di risposte nuove e il mondo del lavoro ha bisogno di una forte rappresentanza autonoma. Duro l’intervento di Oliviero Diliberto, che più di una volta ha sottolineato le nefandezze di questo “schifo d’Italia”. Il segretario del PDCI ha sottolineato le indecenze dell’informazione, manifestando solidarietà al vignettista Vauro sospeso dalla Rai. Al tempo stesso, Diliberto ha posto l’attenzione sull’entusiasmo trasmesso dalla piazza e sulla falce e martello che include anche chi comunista non è. Infine un insolito Paolo Ferrero ha infiammato la piazza, rivendicando le ragioni di un’appartenenza, attaccando governo, opposizione e Vaticano. Per il leader del PRC a piazza Navona non ci sono quelli che camminano col collo girato dietro, ma al contrario quelli che guardano avanti rivendicando le battaglie e gli errori del passato e che alzano la testa senza togliersi il cappello davanti a lor signori. La manifestazione si è conclusa con la piazza che cantava a Bella Ciao, l’Internazionale e Bandiera Rossa. Ora sarà l’esito delle urne a dire se effettivamente questa sinistra è riuscita ad “alzare la testa”. Condividi