di DinamoPress.

"Nessun carcere può fermare un'idea: ho commesso il crimine di far entrare neri e poveri all'università, di far arrivare loro carne di buona qualità e farli viaggiare in aereo. Di questo mi accusano oggi. Se questo è il crimine che ho commesso, continuerò a commetterlo". Accompagnato da migliaia di persone nella sede del sindacato metalmeccanico di San Paolo, l'ex presidente Lula, in testa nei sondaggi delle prossime elezioni presidenziali, afferma:

"Il giudice ha detto che non servono prove, perchè è convinto della mia colpevolezza. Lo sfido a presentare le prove, io proverò la mia innocenza. Vado incontro al carcere, ma tutti voi continuerete con questa lotta, che è la lotta del popolo brasiliano".

Così l'ex presidente, 24 ore dopo l'ultimatum del giudice Moro, accompagnato da un grande sostegno popolare in Brasile e in America Latina, si consegna alla giustizia, accompagnato da migliaia di persone che cantano "Lula guerriero del popolo brasiliano". Una pagina nera per la democrazia in America Latina, mentre in migliaia annunciano una vigilia a Curitiba dove sarà detenuto Lula, fino alla sua liberazione.

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