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PERUGIA - L'Umbria registra un bilancio "fortemente negativo" per le presenze turistiche nella regione nel periodo di Pasqua tanto da indurre Federalberghi della provincia di Perugia a convocare un direttivo straordinario. Per la piu' grande organizzazione di categoria del settore ricettivo, aderente a Confcommercio, a pesare sul segno meno del turismo pasquale in Umbria e' stato "l'effetto della crisi economica" ma anche "l'errata, dannosa informazione in merito al terremoto e al maltempo, cosi' che l'Umbria sembrava ad un passo dall'Abruzzo distrutto dal sisma e per di piu' sommersa dalla pioggia". Tanto che Federalberghi della provincia di Perugia parla di "esito a dir poco drammatico per il turismo nella regione durante il ponte di Pasqua, il primo importantissimo appuntamento della stagione". "I rappresentanti di tutti i territori della provincia di Perugia - spiega Federalberghi - nutrono una grande e crescente preoccupazione per l'andamento attuale e futuro del settore. La Pasqua non lascia certo spazio all'ottimismo, sulla base della ricognizione che e' stata fatta nelle diverse aree". Secondo i dati forniti dall'organizzazione, nel comprensorio di Assisi c'era disponibilita' di camere, specie per la difficolta' di alcuni tour operator ad organizzare gruppi, causa soprattutto la paura da sisma. Il tasso di occupazione della camere si e' aggirato sull'80% rispetto alla disponibilita', nonostante tariffe uguali o addirittura inferiori all'anno passato. Disdette causa sisma e maltempo non sono mancate a Cascia e Norcia, peraltro gia' in affanno: tasso di occupazione medio del 65%, anche qui nonostante la diminuzione dei prezzi. Disastrosa, secondo gli operatori alberghieri, la situazione a Spoleto, dove, dal punto di vista turistico, "non c'e' stata nessuna Pasqua", e che "sconta propri problemi specifici che si aggiungono a quelli congiunturali". Il tasso di occupazione si e' fermato al 30%, con numerose disdette dell'ultimo minuto. Altrettanto male il Trasimeno: anche qui il tasso di occupazione delle camere si e' fermato al 30%, con la pressoche' totale scomparsa dei turisti inglesi e una fortissima contrazione degli olandesi. Appena al 50% il tasso di occupazione a Foligno; un po' meglio sono andate le presenze nei centri minori del comprensorio. A Perugia situazione diversificata fra centro storico, dove il tasso di occupazione si e' aggirato sul 60-70%, e le aree non centrali, dove ci si e' attestati su un 50%. Il tutto, anche in questo caso, con tariffe piu' basse del 2008. L'Alto Tevere e' tra le aree che ha sofferto di meno, con un 80% di occupazione media dei posti letto; benino sono andate le cose a Todi, complice la Rassegna Antiquaria promossa da Epta-Confcommercio, mentre Gubbio si e' fermata ad un 60% di occupazione delle camere. Alla crisi non ha retto neppure l'appeal dell'Umbria verde e rilassante: anche l'estralberghiero si e' trovato infatti in difficolta', con un tasso di occupazione intorno al 70%. Federalberghi, quindi, chiede "interventi urgenti e decisivi" poiche' "i segnali per i prossimi mesi sono ancora peggiori, con grande allarme tra gli operatori". "E' ormai evidente - sottolinea il presidente della Federalberghi provinciale Vincenzo Bianconi - come il turismo in Umbria sconti non solo una difficolta' del momento, e quindi passeggera, ma problemi strutturali, a causa dei quali rischia di pagare un prezzo piu' alto di quanto si poteva prevedere. Il mercato nazionale delle famiglie diventa una delle risorse primarie per l'Umbria nei prossimi mesi, fondamentale quindi una azione mediatica importante che coinvolga le televisioni, con risorse vere da investire in programmi tv che abbiano come protagonista la nostra regione e spot promozionali relativi a prodotti turistici specifici. Con la promozione va di pari passo una corretta informazione: abbiamo letto dell'intenzione degli operatori della Versilia di ricorrere legalmente contro gli enti che hanno diffuso inesatte e catastrofiche previsioni meteorologiche, dando il colpo di grazia alle gia' esigue prenotazioni. Non vorremmo in futuro essere costretti a fare altrettanto". "Le aziende hanno bisogno di abbattere i loro costi fissi - prosegue Bianconi -: fondamentale che i Comuni agiscano sulla Tarsu, Ici e sulla tassa per le insegne. La mancata riduzione di questi costi, aggiunta alla forte diminuzione di fatturato, rischia nel prossimo autunno-inverno di far chiudere alcune aziende, con la relativa perdita di posti di lavoro. L'assenza di un grande aeroporto internazionale rende ancora Fiumicino di vitale importanza per gli arrivi stranieri in Umbria: la diminuzione delle fermate dei treni da Roma nelle stazioni di Spoleto e Perugia mette fuori gioco diverse zone dell'Umbria, gia' scarsamente collegata. Ulteriore elemento di aggravio su aziende gia' in affanno e' la regolamentazione in materia di piscine, con l'incomprensibile discriminante, circa l'obbligo dell'assistente bagnante, tra le strutture con piu' o meno di 50 posti letto. Rinnoviamo alla Regione la richiesta di ripensare le proprie scelte in materia". "Anche laddove le cose a Pasqua sono andate meno male, non va dimenticato - conclude il presidente Federalberghi - che cio' si e' verificato in presenza di una riduzione dei prezzi, quindi il tasso di redditivita' e' comunque sceso. Questo ci da' ulteriormente ragione nel sostenere, come facciamo da anni, che non ha alcun senso ampliare ulteriormente l'offerta di posti letto, gia' ben oltre la domanda, ma che le risorse pubbliche devono essere sempre piu' rivolte a qualificare l'offerta ricettiva esistente e soprattutto a moltiplicare le ragioni per venire in Umbria". Condividi