di Alfio Nicotra.

Per essermi battuto per anni per la sindacalizzazione delle forze di polizia e per la loro democratizzazione e per i loro diritti di lavoratori, ho la fortuna di conoscere poliziotti, finanzieri, carabinieri, e tanti forestali (ora purtroppo inopinatamente militarizzati dal decreto Madia). Nonostante molte mie convinzioni sui passi intrapresi in questi decenni, siano state scosse davanti alla scuola Diaz (io e Sgalla, uno dei fondatori del Siulp che al tempo del G8 di Genova era il portavoce di De Gennaro, ci mandammo, proprio davanti alla Diaz , letteralmente in quel "posto") continuo a ritenere che sia colpa della politica, incapace di dare risposte di giustizia sociale a scaricare volutamente la gestione delle tensioni sulle forze dell'ordine. Per questo non mi sono mai unito agli insulti pur comprendendo la rabbia del disagio sociale. Ora la morte non si augura a nessuno ma qui siamo ai due pesi e due misure. Ogni domenica negli stadi si fronteggiano poliziotti ed ultras delle squadre di calcio (e non ci sono solo sottoproletari tra di loro, ma anche dentisti, figli di avvocati, professori, figli di magistrati). Ogni domenica ci sono insulti ben più gravi ai poliziotti ma nessun politico, in diretta Tv , ha mai chiesto che chi lo faceva venisse licenziato dal posto di lavoro. La differenza è che la maestra di Torino ha gridato quelle cose durante una manifestazione antifascista (che evidentemente è considerata più grave che gli slogan degli ultras delle nostre squadre di calcio). Anche questo non va bene.

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