di Nicola Bossi
Due donne. Due politici di razza. Antiche ruggini che non passano mai, anche in virtù di una differenza generazionale che tende a rendere acida l'aria ancora di più. I protagonisti di questa nostra storia sono: Marina Sereni, deputato ormai abbonato, e Katiuscia Marini, invece ex sindaco con la passione per l'Europa almeno a termine. Le due sono in lotta. Anzi il deputato abbonato molto di più. Paure ancestrali sulla gioventù che avanza? Forse si, forse no. Comunque ai tempi dei Ds volarono stracci e parolacce. Chi può tagli dall'alto e chi può taglia dal basso.
Nei giorni scorsi, dopo l'ufficializzazione della Marini come unica candidata umbra, qualcuno aveva parlato di riavvicinamento tra le donne ora in quota del Pd. Miracolo del Partito Democratico? No. Solo l'ennesimo tentativo di pacificazione andato a vuoto. E così da Roma, la Sereni prova secondo i rumors a piazzare Flavio Lotti al posto della Marini. Lo stesso che ha detto pubblicamente no all'Idv e a La Sinistra perchè la Tavola della Pace ha bisogno di essere rafforzata in questo momento. Se ora dice di sì: è per opportunismo dato che il Pd elegge più deputati rispetto alle altre liste che lo hanno contattato.
Ma allora che mossa è quella della Sereni? Certamente disperata, ma con qualche possibilità di riuscita. Male che va ha confermato l'antica inemicizia. Il male del Pd romano? Bloccare i territori dove i giovani sono pronti a mettere le ali. I Papaveri dai loro sottoposti vogliono solo le radici.
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