PERUGIA - Il terremoto in Abruzzo riporta alla memoria un altro disastro sismico verificatosi dodici anni fa in Umbria e nelle Marche. Uno sciame sismico durato quasi un anno, con scosse fino a 6.1 della scala richter che distrussero diversi edifici nei principali centri delle due Regioni. L'emergenza si baso' sulle tende, poi a causa del freddo e delle avverse condizioni meteo, la fase due dell'emergenza del terremoto dell'Umbria-Marche dopo la forte scossa del 26 settembre 1997 e successive, punto' ai container.
Ne vennero installati 4465 in 196 campi, per accogliere i 22.600 sfollati nei 76 comuni (su 92) compiti dal sisma. Dei 4465 ''moduli abitativi'', 1400 vennero posizionati in zone montane, nelle frazioni di Nocera Umbra e del folignate, cosi' accanto alle attivita' agricole che non potevano essere abbandonate. Agricoltori ed allevatori non vollero lasciare le proprie piccole aziende: sono restati li', accanto agli animali, superando il difficile momento.
Stamane una decina di questi ''moduli abitativi'' non piu' utilizzati e rigenerati, che garantiscono un riparo migliore rispetto alla tenda, sono stati caricati su dei Tir del comune di Nocera Umbra (ha avuto il suo centro storico il larghissima parte distrutto ed ora ricostruito - ndr-) ed avviati a Paganica, frazione de l'Aquila che la protezione civile nazionale ha affidato a quella umbra.
Qui sono state allestite 130 tende in 3 aree distinte, per 1700 sfollati con tanto di cucina di campo, mensa, punto ritrovo per attivita' sociali, un minuscolo ufficio postale e stazione carabinieri.
In Umbria chi ricorda la prima fase di emergenza del sisma del 1997 sottolinea che furono allestiti 196 campi container, incentivando pero' il ricorso all'autonoma sistemazione. La vastita' e diversita' del territorio colpito (zone montane, centri storici, frazioni) nelle regioni Umbria e Marche, l'elevato numero di persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni, la mancanza di alloggi sul mercato immobiliare, le diverse modalita' e tempi di ricostruzione (leggera, pesante, integrata) ha richiesto la scelta di soluzioni mirate per soddisfare le diverse esigenze manifestate dai cittadini.
''Sappiamo cosa significa aver paura della terra che trema - hanno detto alcuni ex-terremotati folignati, rientrati nelle loro case da 5 anni -; dormivamo fuori, anche se le nostre case erano agibili, ma invidiavamo ''la gente dei container'', poiche' non devevano preoccuparsi piu' della terra che tremava''.
Con il tempo, dopo le migliaia di scosse avvertite, la paura si attenua; i container del terremoto dell'Umbria e Marche furono considerati un ambiente sicuro e protetto, purtroppo pero' piccolo: caldo in estate e freddo in inverno. Avevano tutti riscaldamento elettrico, cosi' le tende. Sui container vennero allestiti anche i condizionatori. Il Natale 1997, con la chiesa non agibile, vide lo stesso festeggiamenti; un Natale diverso, immerso nella solidarieta' di chi, da volontario, ha lasciato lavoro e famiglie per dare una mano. Il primo inverno nei container.
I disagi del vivere nei container si conoscono e quindi la struttura organizzativa che punta alla ricostruzione, ricorre alle casette di legno e a case in muratura, mentre parte la ricostruzione. In Umbria - secondo i dati dell'osservatorio sul terremoto e ricostruzione - vede, entro il 2001 i villaggi di container trasformati in villaggi realizzati con casette in legno, molto piu' confortevoli. Il container resta solo un ricordo. 1.804 sono stati gli alloggi realizzati con il Programma straordinario di edilizia residenziale pubblica, 1.362 realizzati con il progetto ''Fuori dai container entro il 2000'', 5.637 alloggi in autonoma sistemazione.
Al 31 dicembre 1998 sono state registrate 9.151 persone nei container e 13.448 in autonoma sistemazione. Il 10 ottobre 2000 sono state registrate 946 persone in alloggi alternativi 6.6636 persone nei container e 9.988 persone in autonoma sistemazione. Il 31 genmnaio 2002 e' stato registrato il picco massimo di persone in alloggi alternativi pari a 3.028 unita', 2.116 persone nei container e 5.487 in autonoma sistemazione.
Al 31 dicembre 2008 (ultimo dato disponibile) sono state registrate 919 persone in alloggi alternativi, 26 nei container e 641 in autonoma sistemazione.
La riduzione del numero di persone alloggiate nei container e in autonoma sistemazione e' stato pressoche' costante fino a ottobre 2000, data in cui e' iniziata l'assegnazione degli alloggi alternativi con il ''Progetto fuori dai container entro il 2000'', di natura esponenziale fino a gennaio 2002 e di nuovo costante fino al 31 dicembre 2008, con una ricostruzione che ha tenuto presenti tutti i parametri di prevenzione sismica.
Stamane la presidente Maria Rita Lorenzetti (per il terremoto dell'Umbria venne nominata commissario di governo) in TV ha ricordato la necessita' di ''serenita''' nella ricostruzione; ''ha ragione il presidente dell'Abruzzo Chiodi, nel chiedere serenita' e che ci siano controlli. Il Documento unico di regolarita' contributiva - ha detto Lorenzetti - e' l'incrocio dei controlli''.
Responsabilita' quindi alle amministrazioni locali, scelta di trovare da subito una alternativa alla tende ed una sollecitazione al Presidente Chiodi: vigilare sulle promesse.
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