di Alfonso Gianni.

Dopo la rappresaglia del nazifascista di turno, sostenuto a spada tratta da Salvini e C; dopo le giuste analisi (in particolare negli articoli di Revelli e di Portelli su il Manifesto nei giorni scorsi) che ci fanno capire come siamo di fronte ad un salto di qualità nella violenza razzista verso un vero e proprio terrorismo che usa l'arma della rappresaglia (altro che "farsi giustizia da soli", ministro Minniti!); dopo che è stata convocata una manifestazione nazionale per sabato prossimo, le stesse organizzazioni nazionali promotrici decidono di sconvocarla a seguito di un comunicato del sindaco che parla di smarrimento e di paura da parte della popolazione locale. Ma non è così che si restituisce tranquillità e coraggio, anzi in questo modo si lasciano le persone in balia dei deliri, delle violenze, degli atti di terrorismo. Portare l'Aventino a Macerata vuole dire dare il via libera al razzismo. La scelta giusta è quella di mantenere ugualmente l'appuntamento nella cittadina marchigiana per sabato prossimo 10 febbraio.

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